Temistocle
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− | Temistocle, il grande uomo politico, una notte passeggiava per le strade ella città in preda all’insonnia. Ad un tale che gliene chiedeva la ragione, così rispose: | + | '''1)''' Temistocle, il grande uomo politico, una notte passeggiava per le strade ella città in preda all’insonnia. <br />Ad un tale che gliene chiedeva la ragione, così rispose:<br /> |
− | - Gli allori di Milziade non mi lasciano dormire! | + | - Gli allori di Milziade non mi lasciano dormire!<br /> |
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− | Il figlio di Temistocle, con moine e complimenti, aveva un grande potere sulla mamma. | + | |
− | - Gli Ateniese dominano sui greci; io comando sugli Ateniesi; tua madre comanda su di me e tu comandi tua madre! | + | '''2)''' Il figlio di Temistocle, con moine e complimenti, aveva un grande potere sulla mamma. <br /> |
− | (Plutarco – Vita di Temistocle) | + | Un giorno, scherzando, Temistocle gli disse che era il più potente di tutti i greci. A dimostrazione della sua tesi, il grande statista affermò:<br /> |
− | + | - Gli Ateniese dominano sui greci; io comando sugli Ateniesi; tua madre comanda su di me e tu comandi tua madre!<br /> | |
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A Temistocle piaceva che in tutto ciò che lo riguardasse ci fosse qualcosa di eccezionale. A tal proposito si narra che una volta, dovendo vendere un terreno, fece dire dall’araldo incaricato di decantarne le qualità che, oltre al resto, anche il vicino era conveniente. | A Temistocle piaceva che in tutto ciò che lo riguardasse ci fosse qualcosa di eccezionale. A tal proposito si narra che una volta, dovendo vendere un terreno, fece dire dall’araldo incaricato di decantarne le qualità che, oltre al resto, anche il vicino era conveniente. | ||
(Plutarco – Vita di Temistocle) | (Plutarco – Vita di Temistocle) |
Versione delle 12:00, 4 set 2012
IL LIBRETTO DEGLI ANEDDOTI
Indice |
Temistocle
(uomo politico ateniese del VI - V Secolo a.C.)
1) Temistocle, il grande uomo politico, una notte passeggiava per le strade ella città in preda all’insonnia.
Ad un tale che gliene chiedeva la ragione, così rispose:
- Gli allori di Milziade non mi lasciano dormire!
(Cicerone – Le Tuscolane)
2) Il figlio di Temistocle, con moine e complimenti, aveva un grande potere sulla mamma.
Un giorno, scherzando, Temistocle gli disse che era il più potente di tutti i greci. A dimostrazione della sua tesi, il grande statista affermò:
- Gli Ateniese dominano sui greci; io comando sugli Ateniesi; tua madre comanda su di me e tu comandi tua madre!
(Plutarco – Vita di Temistocle)
A Temistocle piaceva che in tutto ciò che lo riguardasse ci fosse qualcosa di eccezionale. A tal proposito si narra che una volta, dovendo vendere un terreno, fece dire dall’araldo incaricato di decantarne le qualità che, oltre al resto, anche il vicino era conveniente.
(Plutarco – Vita di Temistocle)
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Dopo la battaglia di Salamina, mentre osservava i cadaveri portati a riva dai flutti, Temistocle notò molti bracciali e collane sparsi sulla spiaggia. Egli si allontanò senza toccarne alcuno, ma disse all’amico che era con lui: “Li puoi prendere! Tu non sei Temistocle!” (Plutarco – Vita di Temistocle)
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Un giorno un cittadino di Seripo disse a Temistocle che la fama che aveva conquistato non era merito proprio, ma merito della sua città, cioè Atene. Temistocle gli rispose: - Certo! Se io fossi stato di Seripo non sarei diventato famoso così come non lo saresti diventato tu se fossi nato ad Atene. (Plutarco – Vita di Temistocle)
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Un giorno il poeta lirico Simonide di Ceo chiese a Temistocle, che rivestiva la carica di stratego, un favore che andava fuori della legalità. Temistocle, gli rispose: -Come tu non saresti un buon poeta cantando contro le leggi della melodia, così io non sarei un buon cittadino se, per favorirti, andassi con le leggi della città. (Plutarco – Vita di Temistocle)
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Una volta Temistocle invitò gli abitanti di una piccola isola a versare un pesante tributo. Per convincerli a pagare, li avvisò di avere al suo fianco due potenti divinità: la Forza e la Persuasione. Gli isolani, però, gli risposero che non avrebbero pagato il tributo perché anche loro avevano al proprio fianco due divinità che intimavano di non pagare: la Povertà e la Disperazione. Temistocle capì e rinunciò alla pretesa.
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