Marco Tullio Cicerone

Da Cap2.

IL LIBRETTO DEGLI ANEDDOTI

CICERONE (Marco Tullio Cicerone)

Marco Tullio Cicerone, oratore, scrittore ed uomo politico romano. Nacque ad Arpino il 3 gennaio 106 a.C. e morì il 7 dicembre del 43 a.C. a Formia, ucciso dai sicari di Marcantonio. Cicerone, forse più di tutti, incarna lo spirito del perfetto uomo romano dell’età repubblicana. Egli, infatti, fu un valente uomo politico, ottimo capo militare, eccezionale letterato e filosofo oltre che, è notorio, insuperabile oratore sia politico sia giudiziario.

1) In una causa, Metello Nepote si scagliò con una certa acrimonia contro Cicerone rimproverandogli di essere un plebeo.
E di tanto in tanto gli rivolgeva la domanda: “Chi è, infatti, tuo padre?”.
Cicerone per un po’ lo lasciò parlare, poi lo interruppe rivolgendosi a lui in questo modo:
“A te non posso chiedere la stessa cosa, o Metello, perché tua madre ha reso questa domanda estremamente delicata”.

2) Il console Massimo morì proprio il giorno che scadesse il suo mandato. Fu così che Giulio Cesare nominò come successore, e per un unico giorno, Canilio Rebilio.
Molti eminenti romani, come era usanza, si recarono da questi per congratularsi, mettersi a sua disposizione e fargli da scorta.
Fra i molti che si stavano recando da Canilio, si udì la voce di Cicerone che diceva:
“Facciamo presto, se vogliamo arrivare prima che gli scadi il mandato.
(Plutarco – Via di Cesare)

3) Quando attuò la riforma del calendario, Giulio Cesare ricevette critiche soprattutto da chi mal sopportava tutto il suo potere (e tra questi c’era anche Marco Tullio Cicerone).
Fu così che, avendo sentito dire che il giorno successivo sarebbe sorta la Lira, l’oratore disse:
- Si, certo! E per decreto!
(Plutarco – Vita di Cesare)

4) I processi cui partecipava Cicerone erano seguiti sempre da un folto pubblico desideroso di ascoltare le argute battute del grande oratore. Una volta, parlando di un avversario che si radeva sempre viso e testa per apparire più elegante, l’Arpinate disse:
- Va in giro sempre con la testa e le sopracciglia rasate perché non si possa dire che abbia un solo pelo da uomo onesto.

5) Cicerone parlando di Caninio Rebilo disse scherzosamente:
- Nella nostra storia abbiamo avuto un solo console così preoccupato della cosa pubblica da non dormire mai durante il periodo del suo mandato!
(Per la cronaca, Caninio fu nominato console la mattina e destituito la sera)


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