Imperatori Romani

Da Cap2.
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'''Ecco adesso qualche curiosità su Nerone:'''<br />
 
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- Nerone era figlio di Agrippina Minore e Gneo Domizio Enobarbo.<br />
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- La madre di Nerone si chiamava Giulia Agrippina (conosciuta come Agrippina Minore – 7.11.15 – 23.3.59) e suo padre Gneo Domizio Enobarbo.<br />
 
- Da quanto ci dice Svetonio, sappiamo che l’imperatore Nerone viaggiava con un seguito di mille carri trainati da mule ferrate d’argento che erano guidate mulattieri vestiti di preziosa lana; il corteo imperiale era completato da numerosi schiavi africani e corrieri ingioiellati.<br />
 
- Da quanto ci dice Svetonio, sappiamo che l’imperatore Nerone viaggiava con un seguito di mille carri trainati da mule ferrate d’argento che erano guidate mulattieri vestiti di preziosa lana; il corteo imperiale era completato da numerosi schiavi africani e corrieri ingioiellati.<br />
 
- Dopo aver ucciso la moglie Poppea con un calcio, Nerone la divinizzò ed ai funerali fece bruciare una quantità di incenso superiore a quanto se ne produceva in Arabia in un anno.<br />
 
- Dopo aver ucciso la moglie Poppea con un calcio, Nerone la divinizzò ed ai funerali fece bruciare una quantità di incenso superiore a quanto se ne produceva in Arabia in un anno.<br />
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- L’11 febbraio 55 Nerone fece avvelenare suo fratello Britannico da una donna di nome Locusta (morta a  Roma il 9 gennaio 69).<br />
 
- L’11 febbraio 55 Nerone fece avvelenare suo fratello Britannico da una donna di nome Locusta (morta a  Roma il 9 gennaio 69).<br />
 
- La madre di Nerone si chiamava Giulia Agrippina (conosciuta come Agrippina Minore – 7.11.15 – 23.3.59).<br />
 
  
 
- La tradizione vuole che l’imperatore Nerone uccise Poppea Sabina, la sua seconda moglie, sferrandole un calcio quando era incinta.<br />
 
- La tradizione vuole che l’imperatore Nerone uccise Poppea Sabina, la sua seconda moglie, sferrandole un calcio quando era incinta.<br />

Versione delle 21:06, 27 lug 2021

Vediamo un po' gli imperatori dell'antica Roma e qualche notizia, curiosità e aneddoto su di loro ...
Come sempre aggiorneremo la pagina con notizie, dati e curiosità ...


Indice

Ottaviano Augusto (27 a.C. - 14 d.C)

Caio Giulio Cesare Ottaviano (Roma, 23.9.63 a.C. - Nola, 19.8.14 d.C.) nel 27 a.C. ricevette il titolo di Augusto ed in pratica diventò il primo imperatore di Roma.
Alla sua morte nel 14 d.C., dopo un lunghissimo regno, gli succedette il figliastro Tiberio.

Qualche curiosità su Ottaviano Agusto

- L’imperatore Augusto si tagliò la barba per la prima volta nel mese di settembre del 39 a.C. all’età di 24 anni.

- L’imperatore Augusto zoppicava leggermente dalla gamba sinistra.

- L’imperatore Augusto tra tutti i vini prediligeva quello rosso delle vigne del Veneto.

- Quando assunse la carica di Pontefice Massimo, Augusto fece bruciare più di 2000 libri profetici sia greci sia latini perché contenevano profezie che sfuggivano al suo controllo; conservò solo i libri Sibillini, una raccolta di responsi oracolari scritti in lingua greca, che fece trasferire nel Tempio di Apollo Palatino.
- L’imperatore Augusto, anche per favorire lo sviluppo demografico, introdusse una tassa che colpiva i senatori celibi.
- L’imperatore Ottaviano Augusto, nonostante non fosse un tipo vanitoso, indossava sempre calzature dalla suola molto spessa in modo da sembrare più alto.

Qualche aneddoto su AUGUSTO

I) Quando le legioni romane, comandate da Quintilio Varo, furono annientate dai Germani nella foresta di Teutoburgo, l’imperatore Augusto rimase talmente costernato che si lasciò crescere la barba e i capelli e di tanto in tanto batteva la testa contro le porte gridando:
- Varo, Varo, ridammi le mie legioni!
Svetonio – Vite dei Cesari)

II) Tra i commensali dell’imperatore Ottaviano Augusto c’erano spesso i poeti Virgilio e Orazio. Poiché Virgilio soffriva d’asma e Orazio di una fastidiosa infiammazione agli occhi, i due poeti spesso si lamentavano delle loro malattie. Un giorno stanco delle loro lagne, Ottaviano esclamò:
- Povero me, che mi ritrovo a vivere tra sospiri e lacrime.

III) Si narra che in punto di morte, l'imperatore Augusto si rivolse a coloro che lo stavano assistendo rivolgendo la formula con la quale in teatro si annunciava la fine dello spettacolo:
- Acta est fabula! (la commedia è finita).
… Detto questo, morì.

IV) Un giorno, per stuzzicarlo e spingerlo a fargli un dono, con fare da sornione, un cortigiano disse all’imperatore Augusto:
- Si dice in giro che tu voglia farmi un bel regalo!
E l’imperatore, di rimando:
- Lo sai che non bisogna dare ascolto alle chiacchiere della gente!

Tiberio (14 - 37)

Claudio Tiberio Nerone (Roma, 16.11.42 a.C. - Miseno, 16.3.37 d.C.) succedette ad Augusto nel 14 d.C.. Ottimo generale, Tiberio si era distinto nelle campagne di Gallia, Pannonia e Germania.
Cercò di consolidare il potere imperiale.
Alla sua morte, nel 37, gli succedette Caligola.

Qualche curiosità su Tiberio:
- L’imperatore Tiberio, ci fa sapere lo storico Svetonio, era così forte che riusciva a perforare una mela da una parte all’altra con un dito della mano sinistra.
- Tiberio era molto ghiotto di cetrioli. Per assicurarsi di poterli avere tutto l’anno, fece costruire a Capri delle serre mobili e fu sotto il suo governo che il grande gastronomo Marco Gavio Apicio creò delle ricette "ad hoc".
- L’imperatore Tiberio trascorse gli ultimi anni del suo regno sull’isola di Capri dove si fece costruire 12 ville e, ci dicono Tacito e Svetonio, diede sfogo ai suoi vizi.

Qualche aneddoto su Tiberio:
1) In un processo per lesa maestà, l’imperatore Tiberio gridò che in quel processo avrebbe votato a voce alta e sotto giuramento, affinché anche gli altri sarebbero stati costretti a fare altrettanto.
Sentito questo, Cneo Pisone domandò:
- Con quale ordine, o Cesare, darai il tuo voto? Se sarai il primo a votare, avrò una guida da seguire; se voterai dopo, ho paura che, senza volerlo, potrei trovarmi in disaccordo con te!
A questo parole Tiberio lasciò cadere l’accusa e fece assolvere l’imputato.
(Tacito – Annali)

2) Un giorno, mentre era in esilio a Rodi, Tiberio, il futuro imperatore, chiese una conferenza particolare al grammatico Diogene che teneva lì le sue lezioni. Il grammatico, però, non lo volle ricevere e gli fece dire da uno schiavo di attendere il settimo giorno.
Diventato Tiberio imperatore, un giorno il grammatico Diogene, trovandosi a Roma, si presentò alla sua porta per rendergli omaggio.
L’imperatore non lo volle ricevere e gli fece dire semplicemente di ritornare dopo sette anni.
(Svetonio – Vite dei Cesari)

3) L’imperatore Tiberio era dotato di un discreto buon senso della gestione dello Stato. Ad alcuni governatori che cercavano di convincerlo ad aumentare le tasse nelle provincie, ironicamente rispose:
- Il buon pastore deve tosare le sue pecore, non scorticarle.
(Da Svetonio - Vite dei Cesari)

Caligola (37 - 41)

Caio Giulio Cesare Germanico detto Caligola (31.8.12 d.C. - 24.1.41 d.C.) succedette a Tiberio nel 37.
Rafforzò il potere imperiale a danno di quello senatoriale (nominò senatore "Incitato", il suo cavallo) e aumentò la pressione fiscale.
Caligola fu ucciso da Cherea Cassio a seguito di una congiura nel 41.
Gli succedette suo zio Claudio.

Qualche curiosità su Caligola
- L’imperatore romano Gaio Giulio Cesare Germanico fu chiamato Caligola (letteralmente piccola caliga) perché questo fu il soprannome che gli attribuirono i soldati di Germanico, suo padre, tra i quali il futuro imperatore era cresciuto, per il fatto che era solito portare appunto le calighe, come i soldati.
- Il cavallo nominato senatore da Caligola si chiamava Incitato.
- Caligola considerava più fidato “Incitato”, il suo cavallo, che notabili, senatori e conoscenti. Fu per questo che, provocatoriamente, lo nominò senatore.
- Caligola, oltre a nominarlo senatore, donò a Incitato, il suo cavallo preferito, un palazzo completamente arredato ed alcuni schiavi perché lo servissero da vero signore.
- L’imperatore Caligola amava pranzare con gli amici intorno ad un tavolo sospeso tra i rami di un platano gigantesco.
- L’imperatore Caligola pagò ottomila sesterzi (cinquemila euro del 2018) per avere una grossa triglia fresca.
- Gli uccisori di Caligola furono Cherea Cassio (ufficiale dei pretoriani) e Cornelio Sabino;

Claudio (41 - 54)

Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico (Lione, 1 agosto 10 a.C. – Roma, 13 ottobre 54) succedette a Caligola nel 41.
Curò l'amministrazione statale, restaurò le tradizione nel culto e nei costumi e restaurò l'autorità del Senato.
Fu avvelenato con un fungo dalla moglie Agrippina nel 54.
Gli succedette Nerone.

Qualche curiosità sull’imperatore Claudio:
- L’imperatore Claudio (cosa rara ai suoi tempi) era completamente eterosessuale.
- Claudio ebbe in moglie: Urgulanilla, Elia Petina, Valeria Messalina, Agrippina.
- Plinio il Vecchio annoverava l’imperatore Claudio fra i 100 scrittori più colti del suo tempo.

Qualche aneddoto sull'imperatore Claudio:

L’imperatore Claudio, etruscologo e letterato, sicuramente dotato di molto qualità, era noto anche per la sua sbadataggine.
A tal proposito si racconta che, dopo aver fatto uccidere la moglie Messalina, essendosi messo a tavola, dopo qualche minuto, con aria colma di stupore, chiese:
- Come mai mia moglie non viene ancora a cena?

NERONE (54 - 68)

Lucio Domizio Nerone (Anzio 15.12.37 - Roma 9.6.68) succedette a Claudio nel 54.
Alleggerì il prelievo fiscale e fu molto munifico con la plebe che lo amava.
Accusato nel 66 di aver incendiato Roma, incolpò i cristiani che fece perseguitare.
Si fece uccidere dal suo liberto Epafrodito quando nel 68 fu vittima di una congiura.
Gli successe Galba.

Ecco adesso qualche curiosità su Nerone:

- La madre di Nerone si chiamava Giulia Agrippina (conosciuta come Agrippina Minore – 7.11.15 – 23.3.59) e suo padre Gneo Domizio Enobarbo.
- Da quanto ci dice Svetonio, sappiamo che l’imperatore Nerone viaggiava con un seguito di mille carri trainati da mule ferrate d’argento che erano guidate mulattieri vestiti di preziosa lana; il corteo imperiale era completato da numerosi schiavi africani e corrieri ingioiellati.
- Dopo aver ucciso la moglie Poppea con un calcio, Nerone la divinizzò ed ai funerali fece bruciare una quantità di incenso superiore a quanto se ne produceva in Arabia in un anno.

- Durante i banchetti offerti da Nerone, si versavano oli aromatici sulle ali di alcune colombe che poi volando spargevano il profumo in tutta la sala.

- L’11 febbraio 55 Nerone fece avvelenare suo fratello Britannico da una donna di nome Locusta (morta a Roma il 9 gennaio 69).

- La tradizione vuole che l’imperatore Nerone uccise Poppea Sabina, la sua seconda moglie, sferrandole un calcio quando era incinta.

- Lo scrittore Svetonio ci fa sapere che l’imperatore Nerone si dilettava a suonare la cornamusa.

- Lo storico Plinio il Vecchio, mentre descrive le qualità del porro, racconta che Nerone mangiava questo ortaggio non solo per le sue qualità nutritive, ma soprattutto perché lo riteneva indispensabile per conservare una bella voce.

- Nerone consumava in abbondanza i porri al punto da essere soprannominato “porrofago”.

- Nerone ebbe come precettore il filosofo Lucio Anneo Seneca.

- Nerone ebbe tre mogli:
- dal 53 al 62 Claudia Ottavia (Roma, 40 – Pandataria, 8 giugno 62) figlia dell'imperatore Claudio e della sua terza moglie Valeria Messalina. L'imperatore la sposò nel 53 e poi la ripudiò per sterilità. .
- dal 62 al 65 Poppea Sabina;
- dal 65 al 68 (data della sua morte) Statilia Messalina.

- Nerone considerava il tartufo “cibo degli dei”.

- Nerone era molto appassionato allo sport tanto è che fu lui a “inventare” la corsa delle quadrighe con 10 cavalli.

- Si tramanda che durante i banchetti Nerone facesse cadere dal soffitto petali di rose impregnati di essenze odorose sugli ospiti.
- Si tramanda che Nerone mandava alcuni schiavi in montagna per per raccogliere neve e ghiaccio da utilizzare nella preparazione dei suoi dessert.
- Svetonio ci fa sapere che l’imperatore Nerone, per farsi sostenere mentre si esibiva in attività di canto e musica, reclutava migliaia di ragazzi, sia di famiglia patrizia sia di famiglia plebea, che divideva in squadre e faceva fare loro vari tipi di applausi chiamati “ronzii”, “tegole” e “mattoni”.


QUALCHE ANEDDOTO SU NERONE

- All’inizio del suo impero, Nerone si dimostrò dotato di umanità e di un certo buon senso. Un giorno che gli fu chiesto, come di consuetudine, di firmare una condanna a morte mormorò: “Come vorrei non conoscere l’alfabeto.
(Svetonio – Vita dei Cesari)

Un giorno un cortigiano chiese a Nerone:
- Come mai non ami cambiare i funzionari di corte e, se proprio è necessario, lo fai a malincuore? E l’imperatore, molto argutamente, gli rispose:
- Perché, mio caro, le mosche sazie pungono di meno.

Galba (68-69)

Servio Sulpicio Galba ((24 dicembre 3 a.C. - 15.1.69 d.C.), militare, succedette a Nerone il 9 giugno 68. Tentò di restaurare l'autorità senatoria. Fu ucciso dai pretoriani il 15 gennaio 69.
Gli succedettero Otone, nominato dai pretoriani, e Vitellio, eletto dalle truppe germaniche.

Qualche curiosità sull’imperatore Galba:

L’imperatore Galba, uomo sicuramente molto ricco anche prima di salire sul trono, era, nello stesso tempo, dotato di un’avarizia incredibile e non perdeva occasione per dimostrarlo.
Si narra che una volta, per ricompensare un funzionario particolarmente diligente e capace e nello stesso tempo per dimostrargli la sua riconoscenza per i servizi ricevuti, l’imperatore gli offrì un semplice piatto di legumi.

Qualche aneddoto su Galba:

L’imperatore Galba, benché fosse ricchissimo, non amava spendere il proprio e riteneva eccessive le somme che erano state promesse in suo nome dal Prefetto del Pretorio Ninfidio Sabino per ottenere l’appoggio dei pretoriani all’elezione ad imperatore. Per questo motivo si rifiutò di pagare il denaro promesso a suo nome dicendo:
- Io i miei soldati li scelgo, non li compro!
(Svetonio – Vita dei Cesari)

Otone (69)

Marco Salvio Otone (Ferento, 28 aprile 32 d.C. - Roma 16 aprile 69) fu eletto imperatore dai pretoriani il 15 gennaio 69 al posto di Galba ucciso lo stesso giorno.
Affrontato e sconfitto da Vitellio, eletto dalle truppe germaniche, si tolse la vita il 16 aprile 69 in seguito alla sconfitta.

Vitellio (69)

Aulo Vitellio (Nuceria, in Campania, 24.9.15 d.C. – Roma, 22.12.69 d.C.) fu eletto imperatore dalle truppe germaniche il 2 gennaio 69 in contrapposizione prima a Galba e poi a Otone.
Sconfitto e suicidatosi Otone, rimase da solo al potere.
Sconfitto da Vespasiano, Vitellio abdicò in suo favore il 22 dicembre 69, ma lo stesso giorno fu ucciso dai soldati del nuovo imperatore.

Qualche curiosità su Vitellio:

L’imperatore Vitellio lasciò morire di fame la madre perché un oracolo gli aveva predetto che il suo regno sarebbe durato a lungo solo se sua madre fosse morta prima di lui.

Vespasiano (69 - 79)

Tito Flavio Vespasiano (17.11.9 d.C. - 23.6.79), militare, ottenne il riconoscimento del senato il 22.12.69, dopo che ebbe sconfitto Vitellio.
Vespasiano rafforzò il potere imperiale, rispettò i privilegi del Senato, riorganizzò l'esercito, la giustizia, la difesa dei confini ed aumentò la pressione fiscale.
Vespasiano morì il 23 giugno 79 a causa di una malattia intestinale e gli succedette il figlio Tito.

Qualche curiosità sull'imperatore Vespasiano

- L’imperatore Vespasiano era contrario ad usare l’energia idraulica per sostituire il lavoro umano: sosteneva che questo avrebbe creato moltissimi disoccupati.
- L’apparizione della cometa del 79 d.C. aveva suscitato, tra indovini, veggenti, ma anche tra la gente comune, presagi di avvenimenti infausti, tra i quali si diceva l’imminente morte dell’imperatore Vespasiano. Questi, venuto a conoscenza delle voci, con molto spirito ironizzò sulla profezia dicendo che un astro chiomato non si addiceva alla sua calvizie.
In ogni modo, cometa o non cometa, calvizie o non calvizie, Vespasiano morì proprio quell’anno.

Qualche aneddoto sull'imperatore Vespasiano

- Poiché il figlio Domiziano, dimostrando già il suo carattere di futuro despota, in una sola giornata aveva distribuito più di venti incarichi sia urbani sia peregrini, Vespasiano disse:
- Mi meraviglio che non abbia mandato un sostituto anche a me!
(Svetonio – Vita dei Cesari)

- L’imperatore Vespasiano era dotato di uno spirito spesso cinico e grossolano. Una volta, al figlio Tito che lo criticava per aver imposto una tassa sulle orine, Vespasiano mostrò una moneta proveniente da quelle riscosse dalla suddetta tassa e gli chiese:
- Dimmi, per caso questa moneta forse puzza?
- No! – rispose il figlio.
- Eppure è stata guadagnata con la tassa sulle orine! – concluse l’imperatore.
(Svetonio – Vita dei Cesari)

- L’imperatore Vespasiano sopportava le libertà che si prendevano i suoi amici, le allusioni degli avvocati e le maldicenze dei filosofi. In particolare un certo Licinio Muciano, avendo fatto dei servizi all’imperatore, si sentiva autorizzato a prendersi ogni genere di libertà nei suoi confronti. Vespasiano, però, non lo rimproverò mai … Un giorno che si trovava a lamentarsi di Licinio con un comune amico, l’imperatore concluse dicendo:
- In fondo sono un uomo anche io!
(Svetonio – Vite dei Cesari)

- Una volta l’imperatore Vespasiano cedette alle “insistenze” di una donna che si diceva pazzamente innamorata di lui. Come ricompensa per le sue “prestazioni”, l’imperatore le regalò 400.000 sesterzi (che corrispondeva al capitale necessario per essere cavalieri – NdA). Al suo segretario, che gli chiedeva come volesse che fosse “giustificata” la spesa nei libri contabili, Vespasiano ordinò di scrivere:
- Per l’amore ispirato da Vespasiano!
(Svetonio – Vita dei Cesari)

- Anche sul letto di morte l’imperatore Vespasiano non perse il suo spirito ironico. Poco prima di morire, riferendosi alla consuetudine di divinizzare gli imperatori dopo la morte, rivolto ai familiari ed amici che lo assistevano, esclamò: - Vae, puto deus fio! (Povero me! Credo che fra poco diventerò un dio!
(Svetonio – Vita dei Cesari)

- Vespasiano giaceva nel letto ammalato. Prossimo alla morte per un improvviso attacco di diarrea che aveva aggravato la sua malattia, egli cercò di alzarsi dal suo giaciglio. Agli amici e parenti, che gli sconsigliavano di fare ciò perché avrebbe aggravato la sua situazione, disse: - Lasciatemi fare! Un imperatore deve morire in piedi.
E mentre faceva l’ultimo sforzo per alzarsi, morì tra le braccia di quelli che lo sostenevano.
(Svetonio – Vita dei Cesari)

Tito (79 - 81)

Flavio Vespasiano Tito (Roma, 30.12.39 – Aquae Cutilie, 13.9.81) successe al padre Vespasiano il 24 giugno 79. Rispettoso del Senato, promosse grandi opere edilizie. Fu detto "delizia del genere umano".
Tito morì il 13 settembre 81 a causa di una forte febbre dovuta alla malaria o, cosa probabile, perché avvelenato da Valeno, suo medico personale, su ordine del fratello Domiziano.
Gli succedette il fratello Domiziano.

Domiziano (81 - 96)

Tito Flavio Domiziano (24.10.51 - 18.9.96) successe al fratello Tito il 14 settembre 81.
Rafforzò i confini, accentrò il potere, tentò la moralizzazione pubblica e privata, avversò le religioni orientali, represse l'opposizione senatoria.
Vittima di una congiura il 18 settembre 96, alla morte gli fu decretata la "damnatio memoriae".
Gli succedette Nerva il 18 settembre 96.

Qualche curiosità su Domiziano:

- Per far divertire gli spettatori nel Colosseo, l’imperatore Domiziano faceva organizzare giochi consistenti in lotte fra nani e donne.
- Domiziano fu colpito da un congiurato di nome Stefano mentre leggeva un falso messaggio che quello gli aveva portato e poi fu finito da altri congiurati con 7 pugnalate.

Qualche aneddoto su Domiziano:
1) Nei primi anni di regno, l’imperatore Domiziano aveva preso l’abitudine di trascorrere qualche ora al giorno chiuso da solo in una stanza per dedicarsi ad uno dei suoi passatempi preferiti: infilzare le mosche con uno stiletto acutissimo.
Ad un tizio che gli chiese se c’era qualcuno con l’imperatore, Vibio Crispo rispose spiritosamente:
- No! Neppure una mosca”.
(Svetonio – Vita dei Cesari)

2) Un giorno l’imperatore Domiziano convocò d’urgenza il Senato per discutere di gravi questioni di Stato. I senatori, ovviamente molto agitati e preoccupati, accorsero subito. L’imperatore si presentò accompagnato da due schiavi che portavano un pacco abbastanza voluminoso. Quando fu aperto, i senatori videro che conteneva un grosso pesce.
Domiziano, con aria molto seria, si rivolse ai presenti in questo modo:
- Ecco il mio cruccio! Come bisogna cucinarlo?
Poiché quel giorno era il primo di aprile, la tradizione ritiene che da quell’episodio sia nato il “pesce di aprile”.

Nerva (96 - 98)

Marco Cocceio Nerva (Narni 8 novembre 30 - Roma 27 gennaio 98) succedette a Domiziano il 18 settembre 96 su designazione dei senatori.
Il suo breve regno fu improntato da saggezza e buoni provvedimenti.
Alla sua morte gli succedette il figlio adottivo Traiano.

Traiano (98 - 117)

Marco Ulpio Traiano (Italica, in Spagna, 18 settembre 53 – Selinunte, in Cilicia, 8 agosto 117), militare, fu adottato da Nerva cui succedette il 27 gennaio 98. Iberico, fu il primo imperatore di origine provinciale.
Curò l'amministrazione interna, promosse vasti lavori pubblici e rafforzò le frontiere.
Con Traiano l'impero raggiunse la massima espansione territoriale.
L'11 agosto 117 gli succedette Adriano.

Adriano (117 - 138)

Publio Elio Adriano (Italica, in Spagna, 24.1.76 – Baia, 10.7.138) succedette al cugino Traiano l’11 agosto 117.
Adriano si preoccupò di mantenere la pace e consolidare i confini. Operò riforme fiscali, finanziarie e giudiziarie.
Adriano morì a Baia per un edema polmonare e gli succedette Antonino Pio, suo figlio adottivo.

Qualche curiosità su Adriano:
- L’imperatore Adriano amava viaggiare e spendeva molto danaro per abbellire le città che visitava. Tra i suoi viaggi si ricorda anche una navigazione sul Nilo e una scalata dell’Etna.

Antonino Pio (138 - 161)

Tito Elio Antonino Pio (Lanuvium, 19.9.86 – Lorium, 7.3.161) succede ad Adriano che lo aveva adottato il 25 febbraio 138. Antonino Pio fu ligio alla religione tradizionale ed agli antichi riti, ma fu anche molto tollerante verso gli altri culti.
Antonino Pio mise un freno al malgoverno delle province ed istituì fondi di assistenza.
In politica estera, Antonino Pio operò per consolidare i confini cercando il più possibile di mantenere la pace, anche se intervenne in varie occasioni per frenare invasioni barbariche.
Gli succedettero Marco Aurelio e Lucio Aurelio Vero.

Vero (161 - 169)

Lucio Aurelio Vero (15.12.130 – 23 gennaio 169) diventò imperatore alla morte di Antonino Pio insieme con il fratello d'adozione Marco Aurelio.
I due imperatori avevano lo stesso potere, ma a Lucio Vero fu dato il controllo dell’esercito.
Morì, probabilmente di peste, il 23 gennaio 169 mentre ritornava da una campagna contro i Marcomanni e lasciò al potere il solo Marco Aurelio.

Marco Aurelio (161 - 180)

Marco Aurelio Antonino (26.4.121 - 17.3.180) fu adottato da Antonino Pio cui succedette nel 161, dividendo l'impero prima con il fratello d'adozione Lucio Vero, poi con il figlio Commodo.
Marco Aurelio rinsaldò i confini dell’impero.
Gli successe il figlio Commodo nel 180.

Commodo (180 - 192)

Marco Aurelio Commodo (Lanuvium, 31.8.161 – Roma, 31.12.192) succedette al padre Marco Aurelio nel 180. Istaurò un regime di corruzione e di terrore.
Commodo morì il 31 dicembre 192 strangolato nel bagno da Narcisso, maestro dei gladiatori.
Gli succedette Pertinace.

Qualche curiosità sull’imperatore Commodo:
- L’imperatore Commodo era molto appassionato della caccia. Si dice che una volta uccise 100 (cento) leoni in un solo giorno.
- L’imperatore Commodo scendeva nell’arena e combatteva contro persone non allenate ai combattimenti o addirittura zoppe.

Pertinace (192 - 193)

Publio Elvio Pertinace (Alba Pompeia, 1.8.126 - Roma, 28.3.193), prefectus urbis, fu acclamato imperatore dai pretoriani alla morte di Commodo (31.12.192). Fu poi ucciso il 28 marzo 193, dopo soli 3 mesi di impero, dagli stessi pretoriani ai quali non piacevano le deferenze da lui riservate al Senato.
Alla sua morte si scatenò una lotta per la successione tra Giuliano Didio (eletto dai pretoriani), Clodio Albino (acclamato dalle truppe britanniche), Pescennio Nigro (acclamato dalle legioni d'Oriente) e Settimio Severo (riconosciuto dal Senato).

Pescennio Nigro (193 - 194)

Caio Pescennio Nigro (ca 140 - 194), militare. Nel 193, alla morte di Pertinace, fu riconosciuto imperatore dalle legioni d'Oriente che lo opposero a Giuliano Didio.
Pescennio Nigro si scontrò con Settimio Severo che aveva ottenuto il riconoscimento del Senato e fu battuto e ucciso nel 194.

Giuliano Didio (193)

Marco Severo Giuliano Didio (Milano, 30 gennaio 133 – Roma, 1 giugno 193), alla morte di Pertinace, fu eletto imperatore dai pretoriani che aveva corrotto il 28 marzo 193.
Giuliano Didio fFu ucciso il 1 giugno 193 dopo soli 66 giorni di regno.

Clodio Albino (193 - 197)

Decimo Settimo Clodio Albino (145 circa - 19.2.197), militare, fu acclamato imperatore dalle truppe della Britannia nel 193, alla morte di Pertinace.
Clodio Albino dapprima si accordò con Settimio Severo, ma poi da questo fu sconfitto e ucciso 19.2.197.

Settimio Severo (193 - 211)

Lucio Settimio Severo (Leptis Magna, 11 aprile 146 – Eboraco, 4 febbraio 211)), fu acclamato imperatore dalle sue truppe nel 193, alla morte di Pertinace ed in lotta con Pescennio Nigro, Giuliano Didio e Clodio Albino. Morto Giuliano Didio, Settimio Severo sconfisse Pescennio Nigro nel 194 e, dopo un accordo iniziale, Clodio Albino nel 197.
Rimasto unico imperatore, Settimio Severo fu abbastanza tollerante in campo religioso, fece alcune riforme nell'esercito e allargò le competenze del prefetto del Pretorio.
Alla sua morte gli succedettero i figli Geta e Caracalla.

Geta (211 - 212)

Lucio Settimio Geta (Roma, 7 marzo 189 – Roma, 1 febbraio 212), successe al padre Settimio Severo nel 211 insieme al fratello Caracalla che lo fece uccidere da un gruppo di centurioni il 1° febbraio 212.

CARACALLA (211 - 217)

Marco Aurelio Antonino Caracalla (4.4.186 - 8.4.217) succedette al padre Settimio Severo nel 211 insieme al fratello Geta, che fece uccidere il 1° febbraio 212 restando solo al potere.
Caracalla aumentò la pressione fiscale, estese la cittadinanza romani a tutti i sudditi dell'impero e difese i confini sul Reno.
Fu ucciso l’8 aprile 217 da un soldato a seguito di una congiura e gli succedette Marco Opellio Macrino.

Qualche curiosità sull’imperatore Caracalla
- L’imperatore Caracalla, forse a causa di uno spettacolo che lo metteva in ridicolo, nel 215 ad Alessandria d'Egitto fece massacrare circa 20.000 (ventimila) persone.
- L’imperatore Caracalla fu ucciso da Marziale, sua guardia del corpo mentre si recava in Partia per una spedizione.

Macrino (217 - 218)

Marco Opellio Macrino (164 - 8.6.218), prefetto del pretorio, organizzò la congiura che l’8 aprile 217 uccise Caracalla, cui succedette l’11 aprile 217. Tentò la riorganizzazione delle finanze, prevedendo, fra le altre cose, la riduzione della paga ai militari. Questo, ovviamente, gli alienò l'appoggio dell'esercito.
Fu assassinato l’8 giugno 218 e gli succedette Eliogabalo, che aveva avuto l'appoggio dei militari ed era stato acclamato imperatore il 16 maggio 218.

Eliogabalo (218 - 222)

Marco Aurelio Antonino Eliogabalo (o Elagabalo) (20.3.203 - 11.3.222) succedette a Macrino il 16 maggio 218. Introdusse in Roma i culti siriaci. Cercò di eliminare il cugino Severo Alessandro (appoggiato dal Senato) che era stato costretto ad adottare.
Eliogabalo morì l’11 marzo 222, insieme alla madre, vittima di una congiura.
Gli successe il cugino Severo Alessandro.

Ecco qualche curiosità su Eliogabalo

- L’imperatore Eliogabalo organizzava banchetti che aveva come fattore comune la stravaganza.
Ad esempio, faceva servire a tavola lenticchie con contorno di pietre preziose, fave con ambra, piselli con granelli d’oro e riso con perle bianche.

- Eliogabalo fece edificare un tempio in onore del dio Sole sul colle Palatino. Il dio era rappresentato da una roccia nera conica (probabilmente un meteorite) che proveniva da Emesa, la città della Siria dove Eliogabalo era nato.




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