Il fu Mattia Pascal

Da Cap2.

IL FU MATTIA PASCAL - Luigi Pirandello
di
Marco C.


AUTORE:
Luigi Pirandello (1867-1936)

NOTIZIE SULL’AUTORE:
Nato ad Agrigento, studiò alle università di Palermo e Roma, laureandosi a Bonn in filologia nel 1891.
Luigi Capuana lo introdusse nel mondo culturale romano. Luigi Pirandello iniziò così a collaborare con Nuova Antologia e Marzocco e a scrivere saggi, novelle, romanzi e testi teatrali. Dal 1897 al 1922 si dedicò all’insegnamento. Nel 1934 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura.
Luigi Pirandello morì a Roma.

CONTENUTO DELLA VICENDA:
Mattia, dopo un litigio in famiglia, se ne va a Montecarlo dove vince una forte somma al gioco. Apprende dal giornale che viene dato per morto e decide di approfittarne e diventare un’altra persona. Senza un’identità giuridica, però, è come se non esistesse, non può compiere nessun atto vitale. Torna al suo paese, dove la moglie si è risposata con l’amico Pomino e ha avuto una figlia. Commosso dalla bambina, rinuncia alla moglie. Può solo far visita alla sua tomba.

TIPO DI NARRATORE:
Interno omodiegetico

SIGNIFICATO DELLA VICENDA:
Questo romanzo, pubblicato, nel 1904, è tra i più emblematici della narrativa pirandelliana. È innanzitutto la sublimazione della frode ai danni del padre che fu causa del dissesto finanziario della famiglia: Mattia è truffato dall’amministratore. Un trauma che al giovane Pirandello ha dato il senso della precarietà delle cose umane e della loro illusorietà.
Troviamo anche il tema della verità come fatto oggettivo, nel dialogo tra don Eligio e Mattia:
”maledetto sia Copernico! […]quando la terra non girava…”
“ma se la terra ha sempre girato!”
“non è vero. L’uomo non lo sapeva e dunque era come se non girasse”.
Per quanto paradossale e grottesca possa apparire la vicenda, in appendice al romanzo l’autore riporta un articolo del Corriere della sera in cui un tizio ha vissuto vicissitudini burocratiche e sociali simili a quelle di Mattia. La vita a volte può essere paradossale tanto quanto la fantasia e forse più.

ASPETTO STILISTICO E LINGUISTICO:
Il romanzo ha un inizio decisamente “brusco”, l’autore fa entrare subito in contatto il lettore con il personaggio e la sua poetica. Il registro linguistico dell’autore è semplice e immediato; assieme all’utilizzo della prima persona per la narrazione ha un grande potere di coinvolgimento per il lettore allo stesso tempo è lo strumento della sua indagine, che mira a frantumare la personalità dell’essere umano, contrariamente alla psicoanalisi. La sua ricerca porta infatti ad un assetto mentale tipico della follia, una sorta di lucida schizofrenia, ma è innegabile che l’autore, che frequentò corsi di psichiatria all’ateneo romano, utilizzi la psicoanalisi in termini di tecnica narrativa.

SPUNTI DI CONFRONTO:
Nel romanzo è presente il tema della perdita dell’identità da parte dell’uomo, che si può estendere a tutta la società del novecento. Lo stesso concetto verrà ripreso in Uno, nessuno e centomila, che sarà poi il punto di arrivo della riflessione pirandelliana sull’impossibilità di una verità soggettiva e dell’unità della persona. La componente psicoanalitica del romanzo trova riscontro negli anni a seguire ne “La coscienza di Zeno”, assumendo un ruolo fondamentale.


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