Filologi ed eruditi

Da Cap2.

CAPITOLO 6 - FILOLOGI ED ERUDITI


Per filologia possiamo intendere tutto ciò che è connesso con lo studio della lingua, della grammatica, dell’ambiente storico e sociale. In Roma la filologia sorse abbastanza presto, a meno di un secolo dall’origine della letteratura e, come questa, per opera di un greco. Nel 170 a.C., infatti, Cratete di Mallo, venuto a Roma con l’incarico di ambasciatore di Attalo, re di Pergamo, tenne pubbliche lezioni e conferenze sulla critica dei testi. Un suo discepolo, Ottavio Lampadione, divise in libri il “Bellum Punicum” di Nevio che fino a quel momento era un “carmen continuum”, vale a dire una poesia senza interruzioni.


STILONE (II Secolo a. C.).

Lucio Elio Stilone Preconino, il primo vero filologo latino, visse tra il secondo ed il primo secolo a.C.. Fu maestro di due eminenti personaggi della cultura romana, come Cicerone e Terenzio Varrone.
Stilone commentò l’antichissima poesia latina e, soprattutto, ebbe il merito di studiare criticamente le commedie di Plauto, selezionandone 25 che ritenne autentiche; da quelle, poi, Terenzio Varrone ne eliminò altre quattro.
In questa scelta Stilone seguì la scuola di Cratete, affidandosi in pratica a criteri stilistici ed estetici piuttosto che storici.
Stilone fu un grandissimo ammiratore di Plauto al punto da affermare, secondo quanto riportato da Quintiliano, che: “Se le muse avessero voluto parlare latino, si sarebbero espresse certamente nella lingua di Plauto.







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