Feste romane R
Da Cap2.
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− | Il 25 aprile si celebrava la festa detta '''Robigàlia''', che consisteva in un sacrificio a Robigo, la divinità il cui nome significava ruggine. Robigo era la personificazione della malattia del frumento chiamata appunto “ruggine”, o “carbonchio”. Il sacrificio veniva eseguito in un bosco sacro lungo la via Claudia, al di là del Ponte Milvio, nel quale si recava il corteo dei fedeli vestiti di bianco; il sacerdote, nel pregare la divinità, la implorava di risparmiare le messi, le offriva vino e incenso e per finire le sacrificava una pecora e un cane | + | Il 25 aprile si celebrava la festa detta '''Robigàlia''', che consisteva in un sacrificio a Robigo, la divinità il cui nome significava ruggine. Robigo era la personificazione della malattia del frumento chiamata appunto “ruggine”, o “carbonchio”. Il sacrificio veniva eseguito in un bosco sacro lungo la via Claudia, al di là del Ponte Milvio, nel quale si recava il corteo dei fedeli vestiti di bianco; il sacerdote, nel pregare la divinità, la implorava di risparmiare le messi, le offriva vino e incenso e per finire le sacrificava una pecora e un cane.<br /> |
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FESTE E GIOCHI NELL'ANTICA ROMA
[modifica] Robigalia (25 aprile)
Il 25 aprile si celebrava la festa detta Robigàlia, che consisteva in un sacrificio a Robigo, la divinità il cui nome significava ruggine. Robigo era la personificazione della malattia del frumento chiamata appunto “ruggine”, o “carbonchio”. Il sacrificio veniva eseguito in un bosco sacro lungo la via Claudia, al di là del Ponte Milvio, nel quale si recava il corteo dei fedeli vestiti di bianco; il sacerdote, nel pregare la divinità, la implorava di risparmiare le messi, le offriva vino e incenso e per finire le sacrificava una pecora e un cane.
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