Curiosità latine C

Da Cap2.

Indice

Calabria

Gli antichi romani chiamavano Calabria la penisola salentina, mentre l’attuale Calabria era chiamata Brutium.
Fu solo in epoca bizantina che il nome Calabria passò ad indicare l’odierna regione calabrese.

Calce

La calce era già conosciuta nell’edilizia dell’antica Roma dove c’era la corporazione dei “calcis coctores” che la producevano sottoponendo a cottura i calcari.

Caligola

- L’imperatore romano Gaio Giulio Cesare Germanico, successore di Tiberio, fu chiamato Caligola (letteralmente piccola caliga) perché questo fu il soprannome che gli attribuirono i soldati di Germanico, suo padre, tra i quali il futuro imperatore era cresciuto, per il fatto che era solito portare appunto le calighe, come i soldati.
- Gli uccisori di Caligola furono Cherea Cassio (ufficiale dei pretoriani) e Cornelio Sabino;
- Il cavallo nominato senatore da Caligola si chiamava Incitato
- L’imperatore Caligola amava pranzare con gli amici intorno ad un tavolo sospeso tra i rami di un platano gigantesco.

Calzature

I dignitari di Stato portavano stivaletti (detti calcei) di colore rosso; i senatori invece li portavano neri.

Camilli

Nell’antica Roma i “camilli” erano i fanciulli che assistevano i sacerdoti durante i sacrifici.
Per svolgere tale compito, i camilli dovevano essere nati liberi, essere impuberi ed avere i genitori viventi.

Capelli

1) Per tingersi i capelli di nero, i romani usavano la bile dei buoi dal pelame nero;
2) Gli antichi romani, per prevenirne la caduta, si spalmavano i capelli con zoccoli di asino triturati e impastati con semi di datteri.
3) Plinio il Vecchio ci fa sapere che anticamente i capelli degli impiccati erano ritenuti degli amuleti prodigiosi contro la malaria.

Case

Nell’antica Roma le case dei più ricchi al posto dei pannelli di vetro alle finestre avevano sottili lastre di alabastro semitrasparente.

Catone il Censore

1) Marco Porcio Catone il Censore riteneva che i medici erano inutili e per curare la maggior parte delle malattie che colpivano lui o i suoi familiari usava come unico rimedio il cavolo.
2) Nel suo “De Agricoltura” Catone il Censore forniva anche rimedi contro molte malattie, ricette di cucina e addirittura consigli su come proteggere gli indumenti dalle tarme.
3) Licinia, la moglie di Catone il Censore, aveva l’abitudine di allattare anche i figli degli schiavi. In questo modo riteneva di instillare in loro il senso di appartenenza e la devozione alla famiglia del padrone.
4) Catone il Censore si occupò personalmente e con la massima dedizione dell’educazione del figlio. A tal proposito, per far si che il ragazzo disponesse in casa di un valido aiuto per conoscere il passato della sua patria, il Censore scrisse, di proprio pugno e con grossi caratteri, una storia di Roma.

Catone l’Uticense

Marco Porcio Catone Uticense (Roma 95 a.C. – Utica 46 a.C.) sposò due volte la stessa donna. Egli, infatti, aveva consentito a Marzia, la sua seconda moglie, di sposare l’oratore Ortensio. Dopo che questi morì, la donna ritornò risposò Catone e, per altro, divenne un simbolo di fedeltà coniugale.

Cavalieri

Una legge del 67 a.C. di Roscio Ottone stabiliva che a teatro ai cavalieri fossero riservati 14 file di posti (dietro quelle dei senatori).

Cesare

1) Tra i partecipanti alla congiura contro Giulio Cesare, che culminò con l’uccisione dello stesso alle idi di marzo del 44 a.C., ci furono:
- Antistio Pacuvio Labeone;
- Caio Cassio Longino (organizzatore con Bruto della congiura);
- Caio Cassio Parmense;
- Caio Servilio Casca (fratello di Publio);
- Cornelio Cinna.
- Decimo Giunio Bruto (che vibrò la terza pugnalata)
- Gaio Trebonio;
- Gneo Domizio Enobarbo (avo dell’imperatore Nerone);
- Marco Giunio Bruto (che organizzò la congiura);
- Lentulo Spintero;
- Lucio Cassio Longino (fratello di Caio Cassio Longino)
- Lucio Cornelio Cinna;
- Lucio Minucio Basilo;
- Lucio Tillio Cimbro;
- Publio Servilio Casca (che gli vibrò la prima pugnalata);
- Quinto Ligario;
- Servio Sulpicio Galba (avo del futuro imperatore Lucio Servio Sulpicio Galba)
- Sesto Quintilio Varo;
2) La prima pugnalata a Giulio Cesare durante la congiura del 15.3.44 a.C. gli fu inferta da Casca.
3) Secondo lo storico Svetonio, nessuno dei congiurati che uccisero Giulio Cesare gli sopravvisse più di tre anni e nessuno morì di morte naturale: qualcuno morì in un naufragio, chi in combattimento e chi si suicidò usando lo stesso pugnale con cui aveva colpito Cesare.

4) Giulio Cesare iniziò ben 52 battaglie causando la morte di 1.200.000 uomini. A questi vanno aggiunti, ovviamente, le vittime della guerra civile (Plinio il Vecchio)
5) Nel 44 a.C. Giulio Cesare ebbe la carica di Dictator Perpetuus (dittatore a vita)
6) Nel 46 a.C., durante uno dei suoi trionfi, Giulio Cesare offrì un banchetto a 60.000 invitati offrendo ad ognuno circa 7 litri di vino.

Cicale

I romani credevano che le cicale non avessero bocca, ma solo una specie di lingua al centro del petto per leccare la rugiada.

Ciliegio

Il ciliegio fu portato a Roma da Lucullo, che lo aveva preso dal Ponto.

Cimone (o cavolfiore verde)

I romani utilizzavano il cimone (ossia il cavolfiore verde) come farmaco per la cura di varie malattie.

Cipolla

A Roma, oltre che per il suo sapore, la cipolla era usata per le virtù terapeutiche che le erano attribuite; Plinio il Vecchio, a tal proposito, elencava più di trenta disturbi che potevano essere curati efficacemente con tale ortaggio.

Claudio

- L’imperatore Claudio (cosa rara ai suoi tempi) era completamente eterosessuale.
- Claudio ebbe in moglie: Urgulanilla, Elia Petina, Messalina, Agrippina.
- Plinio il Vecchio annoverava l’imperatore Claudio fra i 100 scrittori più colti del suo tempo.

Cloro

Flavio Valerio Costanzo (31.3.250 – 25.7.306) imperatore romano dal 305 al 306, fu soprannominato Cloro per via del colorito che lo caratterizzava (in greco chloròs significa pallido).

Cochlear

Il choclear (da cochlea = chiocciola) era un tipo di cucchiaino usato per mangiare uova e chiocciole.

Coenatio rotunda

La “coenatio rotunda” era il nome della sala da pranzo della Domus Aurea di Nerone la quale, ci dice Svetonio, girava continuamente su se stessa.

Colli

I sette colli su cui fu fondata Roma sono: Palatino, Esquilino, Viminale, Quirinale, Celio, Aventino, Capitolino

Colori

1) Nell’antica Roma il blu era associato ai barbari. Avere gli occhi blu, pertanto, era considerato qualcosa di negativo:
- Per gli uomini un segno di ridicolo,
- Per le donne segno di dissolutezza.
2) Nell’antica Roma le classi superiori evitavano di vestire in blu, mentre gradivano il nero.

Commodo

L’imperatore Commodo amava esibirsi come gladiatore nell’arena sfidando anche le belve feroci.

Consoli

I consoli della Roma Repubblicana erano eletti sempre in coppia e durante il loro mandato (che durava un anno) si alternavano mensilmente nella carica.

Coorte

- La coorte romana comprendeva tre manipoli;
- Coorte Pretoria: In origine la coorte pretoria era quella che combatteva a fianco del generale. Poi diventò la guardia dell’imperatore.

Cosmesi

1) Per avere una pelle più liscia, le signore di Roma antica si applicavano sul volto una maschera di bellezza a base di corna di cervo polverizzate.
2) Per truccarsi le sopracciglia, le donne di Roma antica usavano i petali di rosa bruciati.

Costruzioni

Per evitare i crolli dovuti all’eccessiva altezza, l’imperatore Augusto emanò una legge che vietava di costruire edifici di altezza superiore a 70 piedi (circa 21 metri).

Cuba

Cuba era lo spirito che vegliava sui sonni dei bambini.

Cucina

Gli antichi romani apprezzavano molto la buona cucina. Vediamo un po' qualche curiosità in proposito.
Asparagi: I romani consideravano gli asparagi un alimento molto prelibato e furono i primi ad abbinarlo alle uova. Gli asparagi sono presenti addirittura in un libro di ricette del gastronomo e scrittore Marco Gavio Apicio (25 a.C. – 37 d.C.).
Carciofi: I romani apprezzavano molto i carciofi che cuocevano in acqua, ma anche nel vino.
Coriandolo: Gli antichi romani, da quanto ci racconta lo scrittore Apicio, già utilizzavano il coriandolo (che chiamavano “coriandratum”) come condimento.
Cozze: A tavola gli antichi romani apprezzavano molto le cozze e furono essi a scoprire che questi molluschi si potevano allevare. I primi grandi allevamenti di cozze da parte dei romani furono realizzati ad Anzio e a Taranto.
Ghiri: I romani ingrassavano, per poi cucinarli, i ghiri tenendoli chiusi in recipienti di terracotta muniti di fori.
Ginepro: I romani usavano il ginepro in cucina per il suo profumo resinoso e delicato.
Lo scrittore Apicio lo considerava una delle spezie essenziali per un cuoco.

Lardo: Nell’antica Roma il lardo era ritenuto un cibo dei poveri. Di esso ne parla solo Catone il Censore che lo ricorda come ingrediente di alcuni piatti tradizionali delle campagne.
Lumache: I romani erano molto ghiotti di lumache che consideravano un cibo molto prelibato e riservato alle classi superiori.
Ricci di mare: I romani apprezzavano molto i ricci di mare che, per altro, ritenevano dotati di potere afrodisiaco. In particolare prediligevano quelli pescati lungo le coste dell’attuale Calabria.
Rucola: I romani in cucina usavano molto la rucola e l’apprezzavano, tra l'altro, per la sua capacità di di stimolare l’appetito.
Spigola: La spigola era presente nella cucina romana al punto che Plinio il Vecchio la considera un pesce pregiato.
Tartufo: Il tartufo era considerato una pietanza molto pregiata al punto che l’imperatore Nerone lo definiva il cibo degli dei.



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