Cucina Roma antica

Da Cap2.
Versione delle 10:26, 28 apr 2017, autore: Anonimo olevanese (Discussione | contributi)

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Cucina

Gli antichi romani apprezzavano molto la buona cucina. Vediamo un po' qualche curiosità in proposito.
Asparagi: I romani consideravano gli asparagi un alimento molto prelibato e furono i primi ad abbinarlo alle uova. Gli asparagi sono presenti addirittura in un libro di ricette del gastronomo e scrittore Marco Gavio Apicio (25 a.C. – 37 d.C.).
Carciofi: I romani apprezzavano molto i carciofi che cuocevano in acqua, ma anche nel vino.
Coriandolo: Gli antichi romani, da quanto ci racconta lo scrittore Apicio, già utilizzavano il coriandolo (che chiamavano “coriandratum”) come condimento.
Cozze: A tavola gli antichi romani apprezzavano molto le cozze e furono essi a scoprire che questi molluschi si potevano allevare. I primi grandi allevamenti di cozze da parte dei romani furono realizzati ad Anzio e a Taranto.
Ghiri: I romani ingrassavano, per poi cucinarli, i ghiri tenendoli chiusi in recipienti di terracotta muniti di fori.
Ginepro: I romani usavano il ginepro in cucina per il suo profumo resinoso e delicato.
Lo scrittore Apicio lo considerava una delle spezie essenziali per un cuoco.

Lardo: Nell’antica Roma il lardo era ritenuto un cibo dei poveri. Di esso ne parla solo Catone il Censore che lo ricorda come ingrediente di alcuni piatti tradizionali delle campagne.
Lumache: I romani erano molto ghiotti di lumache che consideravano un cibo molto prelibato e riservato alle classi superiori.
Ricci di mare: I romani apprezzavano molto i ricci di mare che, per altro, ritenevano dotati di potere afrodisiaco. In particolare prediligevano quelli pescati lungo le coste dell’attuale Calabria.
Rucola: I romani in cucina usavano molto la rucola e l’apprezzavano, tra l'altro, per la sua capacità di di stimolare l’appetito.
Spigola: La spigola era presente nella cucina romana al punto che Plinio il Vecchio la considera un pesce pregiato.
Tartufo: Il tartufo era considerato una pietanza molto pregiata al punto che l’imperatore Nerone lo definiva il cibo degli dei.



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