Angiolillo

Da Cap2.
Versione delle 15:02, 17 set 2012, autore: Anonimo olevanese (Discussione | contributi)

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MICHELE ANGIOLILLO

Michele Angiolillo mise in atto il suo attentato non per odio di classe, ma per vendicare le vittime di una repressione che egli, a ragione, riteneva ingiusta e pretestuosa.
Chi era Michele Angiolillo Lombardi?
Michele Angiolillo Lombardi appartiene alla schiera degli anarchici individualisti come Gaetano Bresci, Giovanni Passannante, Pietro Acciarito ed altri ancora che, invece di rimanere in attesa della sommossa o di una rivoluzione del popolo, erano del parere che era meglio eliminare fisicamente chi commetteva azioni a danno dei popoli.
Mchele Angiolillo Lombardi nacque a Foggia il 5 giugno 1871.
Suo padre Giacomo e sua madre Maria Lombardi erano di condizione modesta e, per di più, la loro unione fu allietata dalla nascita di molti figli. Ciò nonostante, Michele Angiolillo potette studiare ed infatti frequentò l’Istituto Tecnico.
Nel 1892 lo troviamo a Napoli, sotto le armi, in qualità di allievo Ufficiale, ma, accusato di propaganda sovversiva, è degradato a soldato semplice.
Nel 1894 Angiolillo fu congedato. Lasciato l’Esercito, ritornò nella natia Foggia dove, per vivere, trovò occupazione come tipografo.
Politicamente, Michele Angiolillo proviene dai repubblicani, al cui partito era stato iscritto prima della sua chiamata alle armi e del quale era stato segretario politico del circolo della sua città. Egli, però, ben presto si allontanò dai repubblicani e si portò su posizioni più ferme e convinte di lotta contro le istituzioni e, ovviamente, più vicine agli anarchici.
Anche Michele Angiolillo, come molti altri anarchici, lasciò l'Italia e si trasferì all'estero. Fu a Parigi, a Bordeaux, Madrid e poi a Londra. Nell'agosto del 1897 Michele Angiolillo lasciò la capitale inglese con un chiaro proposito: vendicare gli anarchici incarcerati l'anno precedente nella fortezza spagnola di Montjuich e chi morto per le torture, chi condannato a morte e chi deportato nelle colonie africane.
Per portare a termine il compito che si era prefissato, Michele Angiolillo il giorno 8 agosto 1897, nella stazione termale di Sant'Aguida, uccide Antonio Canovas del Castillo, Presidente del Consiglio spagnolo.
Cosa era successo per spingere Angiolillo a tanto?
Era il 1896 … a Barcellona, durante la processione del Corpus Domini, sui fedeli viene lanciata una bomba. A compiere l’attentato, però, quasi sicuramente non era stato un rivoluzionario, bensì agenti della reazione con lo scopo di instaurare un clima teso ad iniziare una “crociata” contro gli anarchici che, infatti, furono accusati dell’azione.
Subito dopo l’attentato furono arrestate quattrocento persone, ovviamente, legate al mondo anarchico-rivoluzionario, e rinchiuse nella fortezza di Montjuich. Di questi molti morirono sotto le torture. Di coloro che furono processati, otto furono condannati a morte, nove a vari periodi di carcere e sessantuno, benché assolti, deportate nelle colonie africane, il tutto per ordine del Presidente del Consiglio Antonio Canovas del Castillo.
L’otto agosto del 1897 Michele Angiolillo vendica quelle che per lui erano vittime del governo spagnolo: uccide colui che aveva ordinato di perseguitare e uccidere i suoi fratelli anarchici.
Dopo solo dodici giorni, il 20 agosto 1897, l’anarchico Michele Angiolillo è ucciso a Vergara con la garrotta.
Mai si era vista una tale velocità della giustizia, mai tale velocità si vedrà in futuro per rendere giustizia alla povera gente.

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