Aneddoti T

Da Cap2.

IL LIBRETTO DEGLI ANEDDOTI


Indice

Talete

(filosofo greco - Mileto, 640 a.C. (o 624 a.C.) – circa 547 a.C.)

1) La madre di Talete avrebbe voluto che suo figlio si sposasse e quindi non perdeva occasione per ricordargli che era giusto prendere moglie.
Ogni volta, però, il filosofo rispondeva:
- Non è ancora tempo!
La mamma, però, non desisteva dal suo proposito e continuava a chiedergli di sposarsi. All’ennesimo tentativo della mamma, un giorno Talete, ormai in età avanzata, le rispose:
- Madre mia, ormai non è più tempo!
( Diogene Laerzio - Vite dei filosofi)

2) Il filosofo Talete di Mileto per mettere a tacere i denigratori e dimostrare loro che anche un filosofo, se ne ha voglia, può fare grandi guadagni, si affittò tutte le macine di ulive del territorio di Mileto, prima che gli ulivi cominciassero a fiorire. Si era accorto, infatti, per certe sue osservazioni scientifiche, che gli olivi avrebbero dato un ottimo raccolto. E avendo così il monopolio delle macine, fu nelle condizioni di stabilire il prezzo e così fece ottimi guadagni.

3) Una notte il grande filosofo Talete di Mileto se ne andava a passeggio per la campagna studiando attentamente il cielo stellato. Distratto dai suoi pensieri, non si accorse che davanti a lui c’era un fosso pieno d’acqua e così, avendo messo un piede in fallo, vi finì dentro.
Poiché il fosso era abbastanza profondo, il filosofo da solo non riusciva ad uscirne.
Solo alcune ore fu soccorso da un contadino che passava nei paraggi.
Quando Talete gli raccontò quello che gli era accaduto, il contadino gli rispose:
- Invece di andare in giro col naso per aria a guardare le stelle, faresti meglio a guardare dove metti i piedi.

4) Una volta, Talete, parlando con alcuni amici, affermò che non c’era nessuna differenza tra la vita e la morte.
A sentire questo, uno dei presenti gli chiese:
- Ed allora perché tu non muori?
Ed il filosofo, senza scomporsi più di tanto, gli rispose sorridendo:
- Proprio perché non c’è nessuna differenza!
(Diogene Laerzio – Vite dei filosofi)

5) Un giorno un tale chiese a Talete, il grande filosofo greco, come mai non volesse aver figli. Al che Talete rispose serio:
- Per l'amore che porto loro.

Tarquinio Prisco

(Quinto Re di Roma)

Poiché l'augure Atto Navio aveva acquistrato grande fama e prestigio, Tarquinio Prisco lo mandò a chiamare e, per metterne alla prova le capacità di augure, gli chiese se la cosa cui stava pensando si potesse fare. Atto Navio, dopo aver compiuto il rito augurale, rispose che la cosa era possibile. Allora Tarquinio disse di aver pensato di tagliare una pietra per affilare con un rasoio e ordinò all’augure di fare ciò.
Quando una pietra fu portata nell’assemblea, Atto Navio, davanti al re e al popolo, la spaccò con un rasoio. Dopo di questo, Tarquinio Prisco assunse Atto Navio come augure.
(Cicerone – De Divinatione)


Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore

(Generale romano)

Durante la seconda guerra, Livio Salinatore, avendo persa la città di Taranto, si era rifugiato nella rocca.
A lui che si glorificava con queste parole: “Per opera mia, Quinto Fabio, hai ripreso Taranto!”, il Temporeggiatore rispose ridendo: “Certo! Se tu non l’avessi persa, io non l’avrei mai ripresa!”


Teodoro di Cirene

(Filosofo greco - IV - III Secolo A.C.)

Teodoro di Cirene, un filosofo non certo di poco conto, un giorno fu minacciato da Lisimaco di condanna a morte mediante crocifissione.
- Per favore! – rispose sprezzante il filosofo – Riserva questa minaccia per i tuoi accoliti porporati. A Teodoro non importa niente se deve marcire in basso oppure in alto.
(Cicerone – Le Tuscolane)

Tirteo

(Poeta elegiaco spartano)

Essendo in guerra con i Messeni, gli spartani consultarono l'oracolo di Delfi. Il responso fu che avrebbero vinto la guerra purché le loro truppe fossero guidate da un ateniese. Così gli spartani chiesero alla loro tradizionale nemica di inviare loro un comandante. Non volendo aiutare la loro nemica e temendo in incorrere nelle ire degli dei se avessero rifiutato l'aiuto richiesto, gli ateniesi mandarono a Sparta il poeta Tirteo, un maestro di scuola, che, oltre a non essere un militare, era anche zoppo.
Tirteo, però, a dispetto di tutto e di tutti, compì il miracolo. Con le sue elegie guerresche rianimò le truppe spartane e le condusse alla vittoria.

Totò

(Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, più noto come Antonio De Curtis) - (Napoli, 15.2.1898 – Roma, 15.4.1967) - Attore

Il grande Totò teneva molto alle sue nobili origini e voleva essere chiamato con il titolo che gli spettava: principe. Si racconta che un giorno arrivò molto presto davanti agli studi di Cinecittà trovando, ovviamente, i cancelli chiusi. Un guardiano, però, si accorse della sua presenza e si precipitò ad aprirgli; nel salutarlo, lo chiamò semplicemente “Totò”.
L’attore rispose molto cordialmente, me gli chiese, per il futuro, di chiamarlo “principe”.
Il guardiano, però, gli rispose:
- Di principi ce ne sono parecchi, ma di Totò ce ne sta uno solo! Totò sorrise compiaciuto e, con questa frase, il guardiano si guadagnò la stima incondizionata del grande attore.


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