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IL LIBRETTO DEGLI ANEDDOTI
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'''IL LIBRETTO DEGLI ANEDDOTI'''
  
  
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== '''Charles Augustin de SAINTE-BEUVE''' ==
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(Boulonge-sur-Mer - 23 dicembre 1804 - Parigi, 13 ottobre 1869) Critico letterario e scrittore francese
  
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Un giorno Charles Augustin de Sainte-Beuve fu sfidato a duello da un giornalista. Quando si trattò di scegliere l'arma, lo scrittore non volle rinunciare al piacere di lanciare un'ennesima battuta sarcastica al suo avversario e gli disse:<br />
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- Se fosse per me, sceglierei la penna, ma in questo caso lei sarebbe morto in partenza. Quindi lascio a lei la scelta!
  
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== '''Publio Cornelio Scipione Nasica''' ==
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(Politico Romano)
  
Charles Augustin de Sainte-Beuve
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Un giorno Publio Cornelio Scipione Nasica desiderava vedere il poeta Ennio. Andò da quello, ma trovò la porta chiusa. Allora chiamò l’amico a gran voce. Nessuno, però, gli rispose. Poi una serva si affacciò alla finestra e disse che Ennio non era in casa. Scipione, però, avendolo scorto, capì che la donna riferiva un ordine del padrone e si offese, anche se non lo diede da vedere: fece finta di crederle ed andò via.<br /> Passato qualche giorno, Ennio andò da Scipione  e, giunto alla porta, chiamò l’amico.<br />
(Boulonge-sur-Mer - 23 dicembre 1804 - Parigi, 13 ottobre 1869) Critico letterario e scrittore francese
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Scipione si affacciò alla finestra e rispose: “Non sono in casa”!<br />
 
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Ed Ennio a lui: “Dai, apri la porta! Ho riconosciuto la tua voce”.<br />
 
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Un giorno Charles Augustin de Sainte-Beuve fu sfidato a duello da un giornalista. Quando si trattò di scegliere l'arma, lo scrittore non volle rinunciare al piacere di lanciare un'ennesima battuta sarcastica al suo avversario e gli disse:
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Se fosse per me, sceglierei la penna, ma in questo caso lei sarebbe morto in partenza. Quindi lascio a lei la scelta!
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Publio Cornelio Scipione Nasica
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(Politico Romano)
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Un giorno Publio Cornelio Scipione Nasica desiderava vedere il poeta Ennio. Andò da quello, ma trovò la porta chiusa. Allora chiamò l’amico a gran voce. Nessuno, però, gli rispose. Poi una serva si affacciò alla finestra e disse che Ennio non era in casa. Scipione, però, avendolo scorto, capì che la donna riferiva un ordine del padrone e si offese, anche se non lo diede da vedere: fece finta di crederle ed andò via. Passato qualche giorno, Ennio andò da Scipione  e, giunto alla porta, chiamò l’amico.
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Scipione si affacciò alla finestra e rispose: “Non sono in casa”!
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Ed Ennio a lui: “Dai, apri la porta! Ho riconosciuto la tua voce”.
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Allora Scipione: “Sei sfacciato, amico mio. Io, infatti, ho creduto alle parole della tua serva e tu ti rifiuti di credere a me”.  
 
Allora Scipione: “Sei sfacciato, amico mio. Io, infatti, ho creduto alle parole della tua serva e tu ti rifiuti di credere a me”.  
  
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== '''Silla''' ==
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(Lucio Cornelio Silla – Dittatore romano)
  
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Il dittatore Lucio Cornelio Silla (il grande avversario di Mario) aveva inserito Giulio Cesare nella lista dei suoi avversari. Per lungo tempo si rifiutò di concedergli la grazia, nonostante l’intercessione delle Vestali e di alcuni suoi amici. Quando alla fine, vinto dalle insistenze di quelli, lo graziò, si dice che Silla abbia esclamato:<br />
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- Esultate e tenetevelo stretto. Ma sappiate che colui che avete voluto salvo sarà la rovina del nostro partito che voi avete sempre difeso insieme a me. In Giulio Cesare, infatti, si nascondono molti Mario.<br />
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'''(Svetonio – Vita dei Cesari)'''
  
  
Silla
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== '''Socrate''' ==
(Lucio Cornelio Silla Dittatore romano)  
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'''(filosofo greco -  Atene, 470 a.C./469 a.C. Atene, 399 a.C.)'''
  
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'''1)''' Un giorno Socrate passeggiava con i suoi allievi per la strada di Atene. Trovandosi nei pressi della propria abitazione, udì la moglie Santippe che brontolava e lo richiamava ai suoi doveri. Socrate la ignorò completamente. Quando passò sotto la finestra, Santippe, esasperata, gli rovesciò addosso un vaso da notte pieno di urina. Socrate non fece una piega, ma, rivolto agli allievi, disse:<br />
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- Dopo tanto tuonare, ecco la pioggia!”.
  
  
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'''2)''' Zopiro, che si vantava di saper leggere nella figura la natura di ognuno, avendo in una riunione detto di scoprire molti vizi in Socrate, fu deriso da tutti gli altri che non volevano ad alcun costo riconoscere in Socrate quei vizi; ma lo stesso Socrate rinfrancò Zopiro dichiarandogli che erano veramente innati in lui, ma che egli era riuscito a liberarsene a forza di ragione.<br />
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'''(Cicerone – Le Tuscolane)'''
  
Il dittatore Lucio Cornelio Silla (il grande avversario di Mario) aveva inserito Giulio Cesare nella lista dei suoi avversari. Per lungo tempo si rifiutò di concedergli la grazia, nonostante l’intercessione delle Vestali e di alcuni suoi amici. Quando alla fine, vinto dalle insistenze di quelli, lo graziò, si dice che Silla abbia esclamato:
 
- Esultate e tenetevelo stretto. Ma sappiate che colui che avete voluto salvo sarà la rovina del nostro partito che voi avete sempre difeso insieme a me. In Giulio Cesare, infatti, si nascondono molti Mario.
 
(Svetonio – Vita dei Cesari)
 
  
 
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'''3)''' Ad un amico che gli chiedeva come facesse a sopportare le intemperanze ed i brontolii della moglie Santippe (conosciuta proprio per il carattere irascibile), il filosofo Socrate rispose serafico:<br />
 
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SOCRATE
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(filosofo greco -  Atene, 470 a.C./469 a.C. – Atene, 399 a.C.)
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Un giorno Socrate passeggiava con i suoi allievi per la strada di Atene. Trovandosi nei pressi della propria abitazione, udì la moglie Santippe che brontolava e lo richiamava ai suoi doveri. Socrate la ignorò completamente. Quando passò sotto la finestra, Santippe, esasperata, gli rovesciò addosso un vaso da notte pieno di urina. Socrate non fece una piega, ma, rivolto agli allievi, disse:
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- Dopo tanto tuonare, ecco la pioggia!”.
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Zopiro, che si vantava di saper leggere nella figura la natura di ognuno, avendo in una riunione detto di scoprire molti vizi in Socrate, fu deriso da tutti gli altri che non volevano ad alcun costo riconoscere in Socrate quei vizi; ma lo stesso Socrate rinfrancò Zopiro dichiarandogli che erano veramente innati in lui, ma che egli era riuscito a liberarsene a forza di ragione (Cicerone – Le Tuscolane)  
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Ad un amico che gli chiedeva come facesse a sopportare le intemperanze ed i brontolii della moglie Santippe (conosciuta proprio per il carattere irascibile), il filosofo Socrate rispose serafico:
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- Perché mi fai questa domanda? Tu, per esempio, non lasci che le tue oche gridino in piena libertà?
 
- Perché mi fai questa domanda? Tu, per esempio, non lasci che le tue oche gridino in piena libertà?
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Dopo che Socrate fu condannato a morte, in attesa che la sentenza fosse eseguita, amici, discepoli e parenti andavano in carcere a fargli visita.
 
Anche Santippe, sua moglie, ovviamente volle andare da suo marito. Appena lo vide, la povera donna scoppiò a piangere.
 
- Ti hanno condannato ingiustamente - gli disse Santippe tra le lacrime - Ed è questo che mi fa male.
 
Al che il filosofo replicò serafico:
 
- Perché? Eri più contenta se mi avessero condannato giustamente?
 
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Un giorno Senofonte chiese a Socrate, suo maestro, se doveva o meno andare in guerra al seguito di Ciro. Il filosofo gli espose la sua opinione, ma subito dopo gli disse:
 
- Ovviamente questo che ti ho appena detto è il consiglio di un uomo, ma trattandosi di cose incerte, ritengo che tu debba consultare l'oracolo di Apollo (Cicerone - De divinazione)
 
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Un giorno Socrate, avendo visto il suo amico Critone con un occhio bendato, gli chiese cosa gli fosse successo. Critone gli rispose che, mentre era in campagna, un ramoscello gli aveva colpito l'occhio.
 
- Vedi! - gli disse allora Socrate - Tu non mi hai dato retta quando ti ho detto di non andare in campagna, ma io te lo dicevo in virtù di quell'ammonimento divino. che spesso mi viene in aiuto (Cicerone - De Divinatione)
 
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Un giorno Alcibiade disse a Socrate che il brontolio di Santippe era davvero insopportabile. Serafico come sempre, il filosofo replicò:
 
  
- Ma io ormai mi ci sono abituato. Praticamente è come se udissi il continuo rumore di un argano. E tu, d’altra parte, non sopporti lo starnazzare delle oche?
 
 
A queste parole Alcibiade ribatté:
 
 
- Ma esse mi producono uova e paperi!
 
 
E Socrate concluse serafico:
 
  
- Esatto! Ma anche a me Santippe genera i figli!
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'''4)''' Dopo che Socrate fu condannato a morte, in attesa che la sentenza fosse eseguita, amici, discepoli e parenti andavano in carcere a fargli visita.<br />
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Anche Santippe, sua moglie, ovviamente volle andare da suo marito. Appena lo vide, la povera donna scoppiò a piangere.<br />
(Diogene Laerzio - Vite dei filosofi).  
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- Ti hanno condannato ingiustamente - gli disse Santippe tra le lacrime - Ed è questo che mi fa male.<br />
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Al che il filosofo replicò tranquillo:<br />
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- Perché? Eri più contenta se mi avessero condannato giustamente?<br />
  
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Un giorno un tizio prese a calci Socrate. Il filosofo, però, non rispose alle percosse subite.
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'''5)'''  Un giorno Senofonte chiese a Socrate, suo maestro, se doveva o meno andare in guerra al seguito di Ciro. Il filosofo gli espose la sua opinione, ma subito dopo gli disse:<br />
Ad un amico che gli chiedeva perché aveva sopportato tutto quello senza reagire, Socrate rispose serenamente:
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- Ovviamente questo che ti ho appena detto è il consiglio di un uomo, ma trattandosi di cose incerte, ritengo che tu debba consultare l'oracolo di Apollo!<br />
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'''(Cicerone - De divinazione)'''
  
- Perché? Se per caso mi avesse preso a calci un asino, l'avrei forse condotto in giudizio?
 
  
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'''6)''' Un giorno Socrate, avendo visto il suo amico Critone con un occhio bendato, gli chiese cosa gli fosse successo. Critone gli rispose che, mentre era in campagna, un ramoscello gli aveva colpito l'occhio.<br />
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- Vedi! - gli disse allora Socrate - Tu non mi hai dato retta quando ti ho detto di non andare in campagna, ma io te lo dicevo in virtù di quell'ammonimento divino che spesso mi viene in aiuto!<br />
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'''(Cicerone - De Divinatione)'''
  
  
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'''7)''' Un giorno Alcibiade disse a Socrate che il brontolio di Santippe era davvero insopportabile. Serafico come sempre, il filosofo replicò:<br />
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- Ma io ormai mi ci sono abituato. Praticamente è come se udissi il continuo rumore di un argano. E tu, d’altra parte, non sopporti lo starnazzare delle oche?<br />
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A queste parole Alcibiade ribatté:<br />
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- Ma esse mi producono uova e paperi!<br />
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E Socrate concluse serafico:<br />
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- Esatto! Ma anche a me Santippe genera i figli!<br />
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'''(Diogene Laerzio -  Vite dei filosofi).'''
  
Sofocle
 
(Tragediografo greco)
 
  
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'''8)''' Un giorno un tizio prese a calci Socrate. Il filosofo, però, non rispose alle percosse subite.<br />
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Ad un amico che gli chiedeva perché aveva sopportato tutto quello senza reagire, Socrate rispose serenamente:<br />
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- Perché? Se per caso mi avesse preso a calci un asino, l'avrei forse condotto in giudizio?
  
  
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== '''Sofocle''' ==
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(Tragediografo greco)
  
Poiché sembrava trascurare il patrimonio familiare, il grande tragediografo greco Sofocle fu citato in giudizio dai figli che chiesero ai giudici di interdirlo, di rimuoverlo cioè dal controllo del patrimonio familiare come se fosse rimbambito.
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Poiché sembrava trascurare il patrimonio familiare, il grande tragediografo greco Sofocle fu citato in giudizio dai figli che chiesero ai giudici di interdirlo, di rimuoverlo cioè dal controllo del patrimonio familiare come se fosse rimbambito.<br />
Allora Sofocle declamò ai giudici la tragedia, da poco composta, che aveva tra le mani, l’Edipo a Colono, e chiese se quell’opera sembrava scritta da un rimbambito.
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Allora Sofocle declamò ai giudici la tragedia, da poco composta, che aveva tra le mani, l’Edipo a Colono, e chiese se quell’opera sembrava scritta da un rimbambito.<br />
Finita la declamazione, i giudici lo prosciolsero.  
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Finita la declamazione, i giudici lo prosciolsero.  
  
 
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== '''Solone''' ==
 
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Solone  
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(Uomo politico Ateniese)  
 
(Uomo politico Ateniese)  
  
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Solone, il grande uomo politico di Atene, era ospite di Creso, il ricchissimo re della Lidia. Dopo qualche giorno che era lì, il sovrano lo fece accompagnare dai servi per mostrargli i suoi tesori. Dopo che Solone ebbe visto tutte le sue ricchezze, Creso gli domandò:<br />
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Hai visto nei tuoi viaggi qualcuno che fosse il più felice degli uomini? <br />
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Creso gli aveva fatto questa domanda sperando di essere considerato lui l’uomo più felice del mondo. <br />
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- Tello di Atene! – rispose invece Solone, senza tanti complimenti.<br />
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- Perché pensi che sia Tello l’uomo più felice? – chiese stupito Creso. <br />
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- Perché Tello, mentre la sua città era fiorente e ricca, ebbe figli belli e buoni che gli sopravvissero e gli diedero nipoti. Ebbe, poi, anche una ottima morte: poiché  c’era stata una battaglia degli Ateniesi contro gli Eleusini, egli corse in aiuto dei suoi e, messo in fuga i nemici, morì da eroe. Così gli Ateniesi lo seppellirono a spese dello stato e lo ricoprirono di tutti gli onori.<br />
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'''(Erodoto – Le Storie)'''
  
  
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== '''STAN Laurel''' ==
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'''(pseudonimo di Arthur Stanley Jefferson, conosciuto in Italia con il nome di Stanlio)  (Ulverston, 16 giugno 1890 - Santa Monica, 23 febbraio 1965)  (Attore comico)'''
  
Solone, il grande uomo politico di Atene, era ospite di Creso, il ricchissimo re della Lidia. Dopo qualche giorno che era lì, il sovrano lo fece accompagnare dai servi per mostrargli i suoi tesori. Dopo che Solone ebbe visto tutte le sue ricchezze, Creso gli domandò:
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Anche in punto di morte il grandissimo attore comico Stan Laurel non perse la sua vena umoristica.<br />
Hai visto nei tuoi viaggi qualcuno che fosse il più felice degli uomini?
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Mentre ormai stava per morire, rivolgendosi alla sua infermiera disse:<br />
Creso gli aveva fatto questa domanda sperando di essere considerato lui l’uomo più felice del mondo.
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- Come preferirei stare sulla neve a sciare, piuttosto che fare questo.<br />
- Tello di Atene! – rispose invece Solone, senza tanti complimenti.
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- Perche? - fece l'infermiera - Le piace sciare?<br />
- Perché pensi che sia Tello l’uomo più felice? – chiese stupito Creso.
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- No! - rispose Stanlio - Ma è sempre meglio che morire.<br />
- Perché Tello, mentre la sua città era fiorente e ricca, ebbe figli belli e buoni che gli sopravvissero e gli diedero nipoti. Ebbe, poi, anche una ottima morte: poiché  c’era stata una battaglia degli Ateniesi contro gli Eleusini, egli corse in aiuto dei suoi e, messo in fuga i nemici, morì da eroe. Così gli Ateniesi lo seppellirono a spese dello stato e lo ricoprirono di tutti gli onori.
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(Erodoto – Le Storie)
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STAN Laurel
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(pseudonimo di Arthur Stanley Jefferson, conosciuto in Italia con il nome di Stanlio)  (Ulverston, 16 giugno 1890 - Santa Monica, 23 febbraio 1965)  (Attore comico)
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Anche in punto di morte il grandissimo attore comico Stan Laurel non perse la sua vena umoristica.
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Mentre ormai stava per morire, rivolgendosi alla sua infermiera disse:
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- Come preferirei stare sulla neve a sciare, piuttosto che fare questo.
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- Perche? - fece l'infermiera - Le piace sciare?
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- No! - rispose Stanlio - Ma è sempre meglio che morire.  
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IL LIBRETTO DEGLI ANEDDOTI


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Charles Augustin de SAINTE-BEUVE

(Boulonge-sur-Mer - 23 dicembre 1804 - Parigi, 13 ottobre 1869) Critico letterario e scrittore francese

Un giorno Charles Augustin de Sainte-Beuve fu sfidato a duello da un giornalista. Quando si trattò di scegliere l'arma, lo scrittore non volle rinunciare al piacere di lanciare un'ennesima battuta sarcastica al suo avversario e gli disse:
- Se fosse per me, sceglierei la penna, ma in questo caso lei sarebbe morto in partenza. Quindi lascio a lei la scelta!

Publio Cornelio Scipione Nasica

(Politico Romano)

Un giorno Publio Cornelio Scipione Nasica desiderava vedere il poeta Ennio. Andò da quello, ma trovò la porta chiusa. Allora chiamò l’amico a gran voce. Nessuno, però, gli rispose. Poi una serva si affacciò alla finestra e disse che Ennio non era in casa. Scipione, però, avendolo scorto, capì che la donna riferiva un ordine del padrone e si offese, anche se non lo diede da vedere: fece finta di crederle ed andò via.
Passato qualche giorno, Ennio andò da Scipione e, giunto alla porta, chiamò l’amico.
Scipione si affacciò alla finestra e rispose: “Non sono in casa”!
Ed Ennio a lui: “Dai, apri la porta! Ho riconosciuto la tua voce”.
Allora Scipione: “Sei sfacciato, amico mio. Io, infatti, ho creduto alle parole della tua serva e tu ti rifiuti di credere a me”.

Silla

(Lucio Cornelio Silla – Dittatore romano)

Il dittatore Lucio Cornelio Silla (il grande avversario di Mario) aveva inserito Giulio Cesare nella lista dei suoi avversari. Per lungo tempo si rifiutò di concedergli la grazia, nonostante l’intercessione delle Vestali e di alcuni suoi amici. Quando alla fine, vinto dalle insistenze di quelli, lo graziò, si dice che Silla abbia esclamato:
- Esultate e tenetevelo stretto. Ma sappiate che colui che avete voluto salvo sarà la rovina del nostro partito che voi avete sempre difeso insieme a me. In Giulio Cesare, infatti, si nascondono molti Mario.
(Svetonio – Vita dei Cesari)


Socrate

(filosofo greco - Atene, 470 a.C./469 a.C. – Atene, 399 a.C.)

1) Un giorno Socrate passeggiava con i suoi allievi per la strada di Atene. Trovandosi nei pressi della propria abitazione, udì la moglie Santippe che brontolava e lo richiamava ai suoi doveri. Socrate la ignorò completamente. Quando passò sotto la finestra, Santippe, esasperata, gli rovesciò addosso un vaso da notte pieno di urina. Socrate non fece una piega, ma, rivolto agli allievi, disse:
- Dopo tanto tuonare, ecco la pioggia!”.


2) Zopiro, che si vantava di saper leggere nella figura la natura di ognuno, avendo in una riunione detto di scoprire molti vizi in Socrate, fu deriso da tutti gli altri che non volevano ad alcun costo riconoscere in Socrate quei vizi; ma lo stesso Socrate rinfrancò Zopiro dichiarandogli che erano veramente innati in lui, ma che egli era riuscito a liberarsene a forza di ragione.
(Cicerone – Le Tuscolane)


3) Ad un amico che gli chiedeva come facesse a sopportare le intemperanze ed i brontolii della moglie Santippe (conosciuta proprio per il carattere irascibile), il filosofo Socrate rispose serafico:
- Perché mi fai questa domanda? Tu, per esempio, non lasci che le tue oche gridino in piena libertà?


4) Dopo che Socrate fu condannato a morte, in attesa che la sentenza fosse eseguita, amici, discepoli e parenti andavano in carcere a fargli visita.
Anche Santippe, sua moglie, ovviamente volle andare da suo marito. Appena lo vide, la povera donna scoppiò a piangere.
- Ti hanno condannato ingiustamente - gli disse Santippe tra le lacrime - Ed è questo che mi fa male.
Al che il filosofo replicò tranquillo:
- Perché? Eri più contenta se mi avessero condannato giustamente?


5) Un giorno Senofonte chiese a Socrate, suo maestro, se doveva o meno andare in guerra al seguito di Ciro. Il filosofo gli espose la sua opinione, ma subito dopo gli disse:
- Ovviamente questo che ti ho appena detto è il consiglio di un uomo, ma trattandosi di cose incerte, ritengo che tu debba consultare l'oracolo di Apollo!
(Cicerone - De divinazione)


6) Un giorno Socrate, avendo visto il suo amico Critone con un occhio bendato, gli chiese cosa gli fosse successo. Critone gli rispose che, mentre era in campagna, un ramoscello gli aveva colpito l'occhio.
- Vedi! - gli disse allora Socrate - Tu non mi hai dato retta quando ti ho detto di non andare in campagna, ma io te lo dicevo in virtù di quell'ammonimento divino che spesso mi viene in aiuto!
(Cicerone - De Divinatione)


7) Un giorno Alcibiade disse a Socrate che il brontolio di Santippe era davvero insopportabile. Serafico come sempre, il filosofo replicò:
- Ma io ormai mi ci sono abituato. Praticamente è come se udissi il continuo rumore di un argano. E tu, d’altra parte, non sopporti lo starnazzare delle oche?
A queste parole Alcibiade ribatté:
- Ma esse mi producono uova e paperi!
E Socrate concluse serafico:
- Esatto! Ma anche a me Santippe genera i figli!
(Diogene Laerzio - Vite dei filosofi).


8) Un giorno un tizio prese a calci Socrate. Il filosofo, però, non rispose alle percosse subite.
Ad un amico che gli chiedeva perché aveva sopportato tutto quello senza reagire, Socrate rispose serenamente:
- Perché? Se per caso mi avesse preso a calci un asino, l'avrei forse condotto in giudizio?


Sofocle

(Tragediografo greco)

Poiché sembrava trascurare il patrimonio familiare, il grande tragediografo greco Sofocle fu citato in giudizio dai figli che chiesero ai giudici di interdirlo, di rimuoverlo cioè dal controllo del patrimonio familiare come se fosse rimbambito.
Allora Sofocle declamò ai giudici la tragedia, da poco composta, che aveva tra le mani, l’Edipo a Colono, e chiese se quell’opera sembrava scritta da un rimbambito.
Finita la declamazione, i giudici lo prosciolsero.

Solone

(Uomo politico Ateniese)

Solone, il grande uomo politico di Atene, era ospite di Creso, il ricchissimo re della Lidia. Dopo qualche giorno che era lì, il sovrano lo fece accompagnare dai servi per mostrargli i suoi tesori. Dopo che Solone ebbe visto tutte le sue ricchezze, Creso gli domandò:
Hai visto nei tuoi viaggi qualcuno che fosse il più felice degli uomini?
Creso gli aveva fatto questa domanda sperando di essere considerato lui l’uomo più felice del mondo.
- Tello di Atene! – rispose invece Solone, senza tanti complimenti.
- Perché pensi che sia Tello l’uomo più felice? – chiese stupito Creso.
- Perché Tello, mentre la sua città era fiorente e ricca, ebbe figli belli e buoni che gli sopravvissero e gli diedero nipoti. Ebbe, poi, anche una ottima morte: poiché c’era stata una battaglia degli Ateniesi contro gli Eleusini, egli corse in aiuto dei suoi e, messo in fuga i nemici, morì da eroe. Così gli Ateniesi lo seppellirono a spese dello stato e lo ricoprirono di tutti gli onori.
(Erodoto – Le Storie)


STAN Laurel

(pseudonimo di Arthur Stanley Jefferson, conosciuto in Italia con il nome di Stanlio) (Ulverston, 16 giugno 1890 - Santa Monica, 23 febbraio 1965) (Attore comico)

Anche in punto di morte il grandissimo attore comico Stan Laurel non perse la sua vena umoristica.
Mentre ormai stava per morire, rivolgendosi alla sua infermiera disse:
- Come preferirei stare sulla neve a sciare, piuttosto che fare questo.
- Perche? - fece l'infermiera - Le piace sciare?
- No! - rispose Stanlio - Ma è sempre meglio che morire.


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