Cucina Roma antica
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Cucina
Gli antichi romani apprezzavano molto la buona cucina. Vediamo un po' qualche curiosità in proposito.
Asparagi: I romani consideravano gli asparagi un alimento molto prelibato e furono i primi ad abbinarlo alle uova. Gli asparagi sono presenti addirittura in un libro di ricette del gastronomo e scrittore Marco Gavio Apicio (25 a.C. – 37 d.C.).
Carciofi: I romani apprezzavano molto i carciofi che cuocevano in acqua, ma anche nel vino.
Coriandolo: Gli antichi romani, da quanto ci racconta lo scrittore Apicio, già utilizzavano il coriandolo (che chiamavano “coriandratum”) come condimento.
Cozze: A tavola gli antichi romani apprezzavano molto le cozze e furono essi a scoprire che questi molluschi si potevano allevare. I primi grandi allevamenti di cozze da parte dei romani furono realizzati ad Anzio e a Taranto.
Ghiri: I romani ingrassavano, per poi cucinarli, i ghiri tenendoli chiusi in recipienti di terracotta muniti di fori.
Ginepro: I romani usavano il ginepro in cucina per il suo profumo resinoso e delicato.
Lo scrittore Apicio lo considerava una delle spezie essenziali per un cuoco.
Lardo: Nell’antica Roma il lardo era ritenuto un cibo dei poveri. Di esso ne parla solo Catone il Censore che lo ricorda come ingrediente di alcuni piatti tradizionali delle campagne.
Lumache
I romani erano molto ghiotti di lumache che consideravano un cibo molto prelibato e riservato alle classi superiori.
Mirto
Gli antichi romani usavano il mirto come ingrediente di alcune salse e per insaporire le carni. Tale notizia ci è riportata da Apicio, scrittore del I secolo d.C..
Mustaceum
Catone il Censore ci fa sapere che gli antichi romani preparavano un dolce cui avevano dato il nome di “mustaceum”: si trattava di una focaccia dolce cotta su foglie di lauro e tra i cui ingredienti c’era il mosto d'uva.
Ricci di mare
I romani apprezzavano molto i ricci di mare che, per altro, ritenevano dotati di potere afrodisiaco. In particolare prediligevano quelli pescati lungo le coste dell’attuale Calabria.
Il grande poeta Orazio diceva: “Voglio i ricci per scaldarmi le vene fino alla mente, scaldarmi di nuove speranze, rendermi attraente agli occhi di una donna”.
Rucola
I romani in cucina usavano molto la rucola e l’apprezzavano, tra l'altro, per la sua capacità di di stimolare l’appetito.
Seppie
I pescatori dell’antica Roma avevano l’abitudine di farcire le seppie.
Spigola
La spigola era presente nella cucina romana al punto che Plinio il Vecchio la considera un pesce pregiato.
Tartufo
Il tartufo era considerato una pietanza molto pregiata al punto che l’imperatore Nerone lo definiva il cibo degli dei.
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