Imperatori Romani 2

Da Cap2.
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=== '''Treboniano Gallo (251 - 253)''' ===
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Gaio Vibio Treboniano Gallo (ca. 207 - 253), militare, fu eletto imperatore dai soldati alla morte in battaglia di Decio nel 251. Concluse la pace con i Goti nel 351. Associò al potere il figlio Volusiano. Entrambi furono uccisi nel 253 dai soldati mentre si preparavano ad affrontare Emiliano, eletto imperatore dalle proprie truppe, che successe loro.<br />
  
 
=== '''Valeriano (253 - 260)''' ===
 
=== '''Valeriano (253 - 260)''' ===
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Giovanni, un impiegato civile di origine gotica, aveva raggiunto il grado di primicerius notariorum (capo dei notai). Fu elevato al trono da Castino, Maestro dei Soldati in Occidente, nel settembre del 423. Sconfitto dalle truppe di Teodosio II, fu prima umiliato e poi ucciso nel giugno del 425.<br />
 
Giovanni, un impiegato civile di origine gotica, aveva raggiunto il grado di primicerius notariorum (capo dei notai). Fu elevato al trono da Castino, Maestro dei Soldati in Occidente, nel settembre del 423. Sconfitto dalle truppe di Teodosio II, fu prima umiliato e poi ucciso nel giugno del 425.<br />
 
Considerato un usurpatore del trono, gli atti di Giovanni Primicerio furono ritenuti nulli, ma Procopio ci dice che governò con moderazione e saggezza. <br />
 
Considerato un usurpatore del trono, gli atti di Giovanni Primicerio furono ritenuti nulli, ma Procopio ci dice che governò con moderazione e saggezza. <br />
 
=== '''Valentiniano III (425 - 455)''' ===
 
Figlio di Costanzo III, Flavio Placidio Valentiniano III, ( Ravenna, 2 luglio 419 – Roma, 16 marzo 455), fu imperatore d’Occidente dal 23 ottobre 425, all’età di 6 anni.<br />
 
Valentiniano III morì a seguito di una congiura il 16 marzo 455.<br />
 
  
  

Versione delle 21:18, 25 ott 2019

Ecco la seconda pagina dedicata agli imperatori romani.

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Indice

Treboniano Gallo (251 - 253)

Gaio Vibio Treboniano Gallo (ca. 207 - 253), militare, fu eletto imperatore dai soldati alla morte in battaglia di Decio nel 251. Concluse la pace con i Goti nel 351. Associò al potere il figlio Volusiano. Entrambi furono uccisi nel 253 dai soldati mentre si preparavano ad affrontare Emiliano, eletto imperatore dalle proprie truppe, che successe loro.

Valeriano (253 - 260)

Publio Licinio Valeriano (195 ca - 260) militare e politico salì al trono nel 253, acclamato dalle sue truppe. Valeriano emanò due editti contro i cristiani ed associò al trono il figlio Gallieno, cui affidò l'occidente. Affrontò i persiani, ma, dopo alcuni successi iniziali, essendo il suo esercito decimato dalla peste, fu sconfitto e fatto prigioniero.
Nel 260 gli succede il figlio Gallieno.

Emiliano (253)

Marco Emilio Emiliano (ca 206 - 253), militare, fu acclamato imperatore dalle sue truppe nel 253. Si scontrò con l'imperatore in carica, Gallo Treboniano e con il figlio di questi, Volusiano. Alla morte di questi fu riconosciuto imperatore dal Senato, ma dopo pochi mesi fu ucciso dai suoi stessi soldati.

Macriano (260 - 261)

Macriano (morto nel 261) fu proclamato Augusto dal padre Marco Fulvio, governatore dell'Illiria, quando l'imperatore Valeriano fu fatto prigioniero dai persiani.
Si oppose all'imperatore Gallieno, ma fu sconfitto e ucciso nel 261.

Gallieno (260 - 268)

Publio Licinio Gallieno (218 - 268), figlio di Valeriano, fu associato al trono dal padre nel 253. Dal 260 rimase unico imperatore. Reagì vigorosamente alla catastrofica situazione dell'impero: difese le frontiere sul Reno contro gli Alamanni, respinse i Franchi e domò numerose ribellioni.
Avversò i cristiani sul piano dottrinale, ma sospese le persecuzioni. Importanti furono le sue riforme in campo militare ed amministrativo.
Fu ucciso da un complotto dei generali.
Nel 268 gli succedette Claudio il Gotico.

Claudio il Gotico (268 - 270)

Marco Aurelio Flavio Claudio detto il Gotico (214 - 270) succede a Gallieno nel 268. Militare, sconfisse i Germani ed affrontò le invasioni di Eruli, Gepidi e Goti, la vittoria sui quali gli valse l'appellativo di Gotico.
Morì di peste nel 270 e gli successe il fratello Quintilio.

Postumo (269)

Marco Cassiano Latinio Postumo (morto nel 269) fu usurpatore dell'impero. Inflisse dure sconfitte ai barbari in Gallia.
Postumo fu ucciso dai suoi stessi soldati nel 269.


Quintilio (270)

Marco Aurelio Claudio Quintilio (220 – 3 settembre 270), militare, fu acclamato imperatore dall'esercito il 5 luglio 270 alla morte del fratello Claudio il Gotico e fu riconosciuto dal Senato.
Si uccise (o fu ucciso dai suoi soldati) il 3 settembre 270, quando contro di lui mosse Aureliano che gli successe nello stesso anno.

Aureliano (270 - 275)

Lucio Domizio Aureliano (Sirmio, 9 settembre 214 – Bisanzio, 25 settembre 275), militare, fu proclamato imperatore dalle truppe di Sirmio nel 270 ed opposto a Quintilio. Respinse i barbari che premevano ai confini, rafforzò il potere imperiale, restaurò le finanze e l'amministrazione, fortificò i confini ed iniziò la costruzione di una cinta muraria a difesa di Roma. Aureliano fu eliminato da una congiura di militari il 25 settembre 275.
Gli succedette Tacito nel 275.

Tacito (275 - 276)

Marco Claudio Tacito (205 - 276) fu designato dal Senato a succedere ad Aureliano nel 275, dopo due mesi di interregno. Combatté e vinse i goti. Morì, forse vittima di una congiura, nel 276.
Probo e Floriano si contesero la sua successione.

Floriano (276)

Marco Annio Floriano (morto agosto 276), era prefetto del pretorio dell'imperatore Tacito. Alla morte di questi, nel 276, fu acclamato imperatore dall'esercito dell'Asia Minore. Le legioni di Siria ed Egitto gli contrapposero Probo.
Mentre si apprestava a marciare contro l'avversario, Floriano fu ucciso dai suoi stessi soldati nell'agosto 276.

Probo (276 - 282)

Marco Aurelio Probo (232 - 282) era un tribuno militare.
Alla morte di Tacito, Probo fu acclamato imperatore dai suoi soldati nel 276 in contrapposizione a Floriano. Morto questi nello stesso anno, Probo fu riconosciuto dal Senato.
Probo affrontò con energia la difesa dell'impero contro i barbari.
Nel 280 Probo sconfisse ed uccise Proculo, che aveva tentato di usurpare il titolo.
Nel 282 Probo fu ucciso dai suoi stessi soldati e gli successe Caro.

Proculo (280)

Tito Ilio Proculo (morto nel 280), militare di origine gallica, fu usurpatore dell'Impero. Si oppose all'imperatore Marco Aurelio Probo che lo fece uccidere quando i Franchi lo tradirono e lo consegnarono all’imperatore.

Caro (282 - 283)

Marco Aurelio Caro (235 ca - 283), prefetto del pretorio, succede a Probo nel 282. Sconfisse i Sarmati e condusse una campagna contro la Persia.
Ucciso da una congiura nel 283 gli successero i figli Carino e Numeriano.

Numeriano (283 - 284)

Marco Aurelio Numerio Numeriano (254 – 20 novembre 284) succede al padre Caro nel 283 insieme al fratello maggiore Carino. Fu ucciso il 20 novembre 284 da suo suocero Arrio Apro, prefetto del pretorio, lasciando al potere il solo Carino.

Carino (283 - 285)

Marco Aurelio Carino (257 - 285) succede al padre Caro insieme con il fratello Numeriano nel 283. Si scontrò ripetutamente con Diocleziano che gli era stato opposto dall'esercito.
Ucciso nel 285, forse da un tribuno, gli successe Diocleziano.

Diocleziano (285 - 305)

Caio Aurelio Valerio Diocleziano (Salona, 22 dicembre 244 – Spalato, 3 dicembre 313), militare, acclamato imperatore dalle sue truppe il 17 novembre 284, successe a Carino nel 285. .
Diocleziano rafforzò il controllo del territorio e le difese dei confini, raddoppiò gli effettivi dell'esercito, rinnovò le strutture amministrative.
Diocleziano perseguitò i cristiani.
Nel 286 nominò augusto Massimiano affidandogli l'Occidente. Nel 293 istituì la tetrarchia adottando Galerio, mentre Massimiano adottava Costanzo Cloro.
Il 1 maggio 305 Diocleziano si ritirò a vita privata e gli successe Galerio.

Ecco qualche curiosità su Diocleziano:
- A tavola, tra i pesci, l’imperatore Diocleziano apprezzava moltissimo il rombo.

Massimiano (286 - 305)

Marco Aurelio Valerio Massimiano (ca 245 - 310), militare, fu nominato Augusto da Diocleziano e associato al potere nel 286. Fu Costretto ad abdicare nel 305.
Alla morte del suo successore Costanzo il Cloro, si autoproclamò imperatore, ma fu costretto di nuovo alla rinuncia nel 310.

Costanzo Cloro (305 - 306)

Flavio Valerio Costanzo detto Cloro (ca 250 - 25.7.306), militare, successe a Massimiano nel 305 e governò con Galerio. Respinse gli Alamanni e i Franchi sul Reno.
Morì di malattia il 25 luglio 306 e gli successe il figlio di adozione Severo (in lotta con Costantino I, suo figlio legittimo, Massimiano, Galerio, Licinio, Massimino Daia, Massenzio).

Galerio (305 - 311)

Caio Galerio Valerio Massimiano (250 – Serdica, 5 maggio 311), militare, successe a Diocleziano nel 305, con Costanzo Cloro che succedeva a Massimiano.
Difese il confine Danubiano e, alla morte di Costanzo Cloro, tentò di mantenere la tetrarchia.
Il suo ultimo atto politico l'editto di tolleranza, emesso il 30 aprile 311 a Serdica (attuale Sofia) e pubblicato a Nicomedia, con il quale concedeva ai cristiani la libertà di professare la propria religione mettendo così fine alla persecuzione messa in atto da Diocleziano.
Gli successe Licinio nel 311.

Severo (306 - 307)

Flavio Valerio Severo (morto il 16 settembre 307), successe nel 306 a Costanzo Cloro che lo aveva adottato. Portatosi a Roma contro Massenzio, fu abbandonato dall'esercito. Fatto prigioniero da Massimiano, fu consegnato a Massenzio che lo fece uccidere.

Massenzio (306 - 312)

Marco Aurelio Valerio Massenzio (ca 278 - Roma, 28 ottobre 312) figlio di Massimiano, si fece acclamare imperatore dai pretoriani nel 306. Attaccato da Galerio, riuscì a mantenere il controllo dell'Italia.
Fu sconfitto poi da Costantino nella battaglia di Ponte Milvio il 28 ottobre 312 e morì annegato nelle acque del Tevere.

Costantino I (306 - 337)

Flavio Valerio Costantino I detto il Grande (ca 280 - 22.5.337), figlio di Costanzo Cloro, fu acclamato imperatore dall'esercito nel 306, in contesa con altri sei contendenti (Massimiano, Galerio, Licinio, Massimino Daia, Massenzio e Severo). Morto Severo nel 307, eliminato Massimiano nel 310, morto Galerio nel 311, sconfitti Massenzio nel 312 e Massimino Daia nel 313, condannato a morte Licinio nel 325, Costantino rimase unico imperatore dal 326.
Nel 313 con l'Editto di Milano riconosceva al Cristianesimo libertà di culto. Nel 330 portò la capitale a Costantinopoli.
Nel 337 gli successero i figli Costantino II, Costanzo II e Costante I.


Massimino Daia (309 - 313)

Galerio Valerio Massimino Daia (? - 313), nipote di Galerio, fu nominato imperatore dall'esercito nel 309.
Fu un accanito persecutore dei cristiani e cercò di risollevare le sorti del paganesimo, riorganizzando la gerarchia sacerdotale e costruendo nuovi templi.
Fu sconfitto da Licinio nella battaglia di Tzirallum il 30 aprile 313 e morì suicida a Tarso nell'agosto dello stesso anno.

Licinio (311 - 324)

Valerio Liciniano Licinio (ca 250 - 325) nel 311 successe a Galerio che lo aveva nominato Augusto nel 308. Sconfitto da Costantino nel 314. Perseguitò i cristiani. Sconfitto di nuova da Costantino nel 324. Alla sua morte, nel 325, Costantino rimase unico imperatore.

Costantino II (337 - 340)

Costantino II (317 - 340), figlio di Costantino I, successe al padre nel 337 insieme ai fratelli Costante e Costanzo. Tentò una spedizione in Italia per imporre la sua supremazia sul fratello minore Costante I. Affrontato da questi, fu sconfitto ed ucciso ad Aquileia nel 340.

Costante I (337 - 350)

Flavio Giulio Costante (320 - 18.1.350), figlio minore di Costantino I, successe al padre insieme con i fratelli Costanzo e Costantino II. Attaccato da quest'ultimo, Costante lo sconfisse e lo uccise nel 340, impadronendosi dei suoi territori. Condusse campagne militari contro i Franchi.
Nel 350 fu fatto uccidere da Magnenzio, che si fece poi acclamare imperatore.

Costanzo II (337 - 361)

Flavio Giulio Costanzo (7.8.317 - 3.11.361) figlio di Costantino I, diventò imperatore nel 337, insieme con i fratelli Costantino e Costante. Morti i fratelli e fronteggiato con successo gli usurpatori Magnenzio, Vetranione e Nepoziano, rimase unico imperatore. Combatté contro i barbari ai confini, promulgò leggi contro il paganesimo e fu favorevole all'arianesimo. Mentre si apprestava a fronteggiare il cugino Giuliano (proclamato imperatore dai propri soldati) morì di febbre il 3 novembre 361.
Gli successe Giuliano detto l'Apostata.

Nepoziano (350)

Flavio Popilio Nepoziano (morto il 30 giugno 350) assunse a Roma il titolo di augusto contro Magnenzio, ma questi lo fece uccidere dopo pochi giorni.

Magnenzio (350 - 353)

Flavio Magno Magnenzio (303 - 10.8.353) generale di Costante I, alla morte di questi nel 350 si fece acclamare augusto e fu riconosciuto dalle legioni d'occidente. Dopo aver fatto uccidere Nepoziano, Magnenzio fu nominato augusto a Roma.
Affrontato e ripetutamente sconfitto da Costanzo II, Magnenzio si suicidò il 10.8.353.

Giuliano (361 - 363)

Flavio Claudio Giuliano detto l’Apostata ( Costantinopoli, 6 novembre 331 – Maranga, in Mesopotamia, 26 giugno 363) era nipote di Costantino I.
Fu acclamato imperatore dai propri soldati e rimase unico imperatore alla morte del cugino Costanzo II dal 3 novembre 361. Sconfisse germani ed alamanni. S'impegnò nella riforma del regime tributario, riorganizzò l'amministrazione, riorganizzò il corpo sacerdotale pagano e discriminò i cristiani.
Morì durante una spedizione in Persia il 26 giugno 363, colpito da una freccia forse scagliata da un suo soldato cristiano.
Gli successe Gioviano.

Gioviano (363 - 364)

Flavio Gioviano (331 - 17.2.364), militare, fu acclamato imperatore alla morte di Giuliano, nel 363, dall'esercito in Persia. Concluse una pace svantaggiosa.
Morì il 17 febbraio 364 mentre rientrava con l'esercito a Costantinopoli.
Gli successe Valentiniano I.

Valentiniano I (364 - 375)

Valentiniano I (321 - 17.11.375), militare, successe a Gioviano il 17.2.364. Egli affidò l'Oriente al fratello Valente e stabilì la sua residenza a Milano. Fu tollerante in campo religioso e tentò di migliorare il tenore di vita del popolo.
Fronteggiò i barbari che premevano ai confini.
Valentiniano I morì di un colpo apoplettico il 17 novembre 375.
Gli successero Flavio Graziano e Valentiniano II.

Valente (364 - 378)

Flavio Valente (328 - 9.8.378) fu nominato Augusto per l'Oriente dal fratello Valentiniano I nel 364. Riportò una gravissima sconfitta ad Adrianopoli, trovandovi anche la morte, perché affrontò i barbari senza attendere l'aiuto dell'imperatore d'occidente Graziano. Al suo posto l'imperatore Graziano nominò Teodosio.

Procopio (365-366)

Procopio (morto nel 366) si fece proclamare imperatore a Costantinopoli nel 365 in opposizione a Valentiniano I e Valente. Tradito dai suoi e consegnato a Valente, fu decapitato.

Graziano (375 - 383)

Flavio Graziano (23.5.359 - 25.8.383) nel 375 succede al padre Valentiniano I insieme al fratellastro Valentiniano II. Rafforzò i confini e sconfisse gli Alamanni. Nominò Teodosio al posto dello zio Valente, cui era affidato l'Oriente, quando quello morì. Perseguì una politica anti pagana. Fu ucciso dalle proprie truppe nel 383, mentre muoveva contro l'usurpatore Massimo Magno.

Massimo Magno (383 - 388)

Massimo Magno (morto il 28.8.388), militare, fu acclamato imperatore dall'esercito nel 383. Occupò la Gallia. Essendo morto Graziano, impose il suo riconoscimento a Valentiniano II e a Teodosio I ed ebbe Britannia, Gallia e Spagna. Quando tentò di occupare anche l'Italia, fu fermato da Teodosio I prima in Pannonia e poi il 28.8.388 ad Aquileia dove trovò la morte, ucciso dai suoi soldati.

Valentiniano II (375 - 392)

Flavio Valentiniano II (371 - 15 maggio 392) successe al padre Valentiniano I a soli 4 anni. Fu riconosciuto dal fratellastro Flavio Graziano e dallo zio Valente.
Valentiniano II fu trovato morto appeso ad un albero a Vienne, in Gallia, il 15 maggio 392.

Flavio Eugenio (392 - 394)

Flavio Eugenio (morto il 6.9.394) fu proclamato Augusto nel 392, alla morte di Valentiniano II, ma non fu riconosciuto da Teodosio I. In Italia scatenò la reazione pagana.
Affrontato da Teodosio e Stilicone, Flavio Eugenio fu sconfitto e poi ucciso.

Teodosio I (379 - 395)

Teodosio I detto il Grande (347 - 17.1.395), militare, il 19.1.379 fu nominato Augusto da Graziano al posto di Flavio Valente che era morto l'anno precedente. Respinse i goti nel. Nel 388 affrontò e sconfisse Massimo Magno che era stato acclamato imperatore dall'esercito fin dal 383. Sostenne la Chiesa e nel 393 sconfisse la reazione pagana coalizzatasi intorno all'imperatore Eugenio che aveva usurpato il titolo di Augusto.
Nel 395, alla sua morte, l'impero fu diviso in Oriente ed Occidente tra i figli Arcadio ed Onorio.

Arcadio (395 - 408)

Arcadio Flavio (1 gennaio 377 – Costantinopoli 1 maggio 408) successe al padre Teodosio sull'impero d'Oriente.

Onorio (395 - 423)

Onorio Flavio (Costantinopoli 9.9.384 - Ravenna 15.8.423) successe al padre Teodosio nel 395 sull'impero d'occidente. Nel 402, per motivi strategici, spostò la capitale da Roma a Ravenna. Finché rimase sotto la tutela del generale Stilicone, Onorio riuscì a resistere ai visigoti. Nel 408, però, egli fece uccidere Stilicone e nel 410 non riuscì ad impedire il saccheggio di Roma da parte del vandalo Alarico. Nel 421 associò al regno il generale Costanzo, cui diede in sposa la sorella Galla Placidia.

Giovanni Primicerio (423 - 425)

Giovanni, un impiegato civile di origine gotica, aveva raggiunto il grado di primicerius notariorum (capo dei notai). Fu elevato al trono da Castino, Maestro dei Soldati in Occidente, nel settembre del 423. Sconfitto dalle truppe di Teodosio II, fu prima umiliato e poi ucciso nel giugno del 425.
Considerato un usurpatore del trono, gli atti di Giovanni Primicerio furono ritenuti nulli, ma Procopio ci dice che governò con moderazione e saggezza.



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