Curiosità latine S

Da Cap2.
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== '''Sandaligerula''' ==
 
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La sandaligerula era una schiava che accompagnava la matrona in visita ad una amica con il compito, prima di entrare in casa dell’ospite, di riporre in una scatola i sandali della padrona e farle calzare un paio più comodo.<br />
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La sandaligerula era una schiava che accompagnava la matrona in visita ad una amica con il compito, prima di entrare in casa dell’ospite, di riporre in una scatola i sandali della padrona e farle calzare un paio più comodo.<br />
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== '''Saturnio''' ==
 
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Il saturnio è il più antico dei versi latini. Fu usato fino ad Ennio che, negli “Annales” lo sostituì con l’esametro.<br />  
 
Il saturnio è il più antico dei versi latini. Fu usato fino ad Ennio che, negli “Annales” lo sostituì con l’esametro.<br />  

Versione delle 17:01, 2 mag 2015

Curiosità di Roma antica con la lettera S


Indice

Sale

Nell’antica Roma il sale, che era usato per la conservazione del cibo, era considerato simbolo della forza spirituale che mantiene integri il corpo e l’animo, proteggendoli dalla corruzione e dal male. Per questo motivo, per tenere lontani i demoni dal neonato, otto giorni dopo la nascita di un bambino, si passava un po’ di sale sulle sue labbra.

Salii

Nell’antica Roma i Salii erano sacerdoti il cui ordine fu istituito da Numa Pompilio e devono il nome alla loro andatura saltellante durante le processioni (da salire = saltare).

Sandaligerula

La sandaligerula era una schiava che accompagnava la matrona in visita ad una amica con il compito, prima di entrare in casa dell’ospite, di riporre in una scatola i sandali della padrona e farle calzare un paio più comodo.

Saturnio

Il saturnio è il più antico dei versi latini. Fu usato fino ad Ennio che, negli “Annales” lo sostituì con l’esametro.

Sbadiglio

Nell'antica Roma si credeva che lo sbadiglio di una donna che stava per partorire, avrebbe provocato la morte del nascituro.

Scala dei sospiri

Se a Venezia esiste il famoso "Ponte dei sospiri", nell'antica Roma esisteva la "Scala dei sospiri" (detta scalae gemoniae) che dal Campidoglio (o, secondo diverse fonti, dall'Aventino) portava al Tevere ed era utilizzata dagli incaricati per gettare nel fiume i cadaveri dei morti giustiziati.

Scrupolo

Non avete scrupoli? Chi non ha scrupoli è sempre messo male!
Pensate solo che nell’antica Roma lo scrupolo era una piccola moneta il cui peso era la ventiquattresima parte dell’oncia (cioè circa 1,14 grammi).

Sovvenzioni

Nell’antica Roma era consuete le distribuzioni di viveri da parte dello Stato per aiutare la popolazione più povera a superare momenti difficili (come ad esempio le carestie). Questo, però, a lungo andare alimentò il fenomeno del parassitismo.
All’epoca dell’imperatore Augusto, per esempio, a godere di queste sovvenzioni statali erano circa 320.000 persone, pari a quasi un terzo della popolazione di Roma.

Sportula

Nell'antica Roma la "sportula" era una vera e propria sporta che il cliente portava al suo "patrono" il quale provvedeva a farla riempiere di generi alimentari. In età imperiale, la sportula fu sostituita da una piccola somma di danaro che i patroni davano ai clienti.

Stenografia

Tirone, un liberto di Cicerone, aveva inventato un sistema di scrittura stenografica.

Stuzzicadenti

Plinio il Vecchio consigliava di usare come stuzzicadenti gli aculei degli istrici che, secondo lui, avrebbero reso i denti più forti e solidi.

Superstizione

Il numero diciassette era considerato un numero portatore di sfortuna. Infatti esso si scrive XVII ed il suo anagramma è VIXI (cioè “VISSI” e quindi “sono morto”)



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