Curiosità latine A

Da Cap2.
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(- Alimenta)
 
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=== '''Abitanti''' ===
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'''Abitanti''' - Nel II secolo d.C. Roma aveva oltre un milione di abitanti.<br />
Nel II secolo d.C. Roma aveva oltre un milione di abitanti.
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'''Acca Larenzia''' - Acca Larenzia era un'antica divinità  romana collegata al culto della terra o dei Lari. Nella tradizione fu identificata con la moglie di Faustolo e con una cortigiana di Anco Marzio.<br />
=== '''Acca Larenzia''' ===
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Acca Larenzia era un'antica divinità  romana collegata al culto della terra o dei Lari. Nella tradizione fu identificata con la moglie di Faustolo e con una cortigiana di Anco Marzio.<br />
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=== '''Acqua Marcia''' ===
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'''Acqua Marcia''' - L'Acqua Marcia deve il nome a Marcio Rege che nel 154 a.C. aveva fatto costruire un acquedotto per incanalarla.<br />
L'Acqua Marcia deve il nome a Marcio Rege che nel 154 a.C. aveva fatto costruire un acquedotto per incanalarla.<br />
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=== '''Acquedotti''' ===
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'''ACQUEDOTTI''' <br />
- La Roma imperiale era servita da undici acquedotti che ogni giorno portavano in città circa un miliardo di litri d’acqua acquedotti e si è calcolato che la disponibilità d’acqua pro-capite fosse circa il doppio di quella attuale.<br />
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- La Roma imperiale era servita da undici acquedotti, costruiti tra il IV secolo a.C. ed il III dopo Cristo, che ogni giorno portavano in città circa un miliardo di litri d’acqua. Essi avevano una lunghezza totale superiore ai 470 KM e si è calcolato che la disponibilità d’acqua pro-capite fosse circa il doppio di quella attuale..<br />
 
- Il primo acquedotto romano su arcate fu l’Anio Vertus, realizzato nel 272 a.C., che raccoglieva le acque del fiume Aniene sopra Tivoli.<br />
 
- Il primo acquedotto romano su arcate fu l’Anio Vertus, realizzato nel 272 a.C., che raccoglieva le acque del fiume Aniene sopra Tivoli.<br />
 
- Il più lungo degli acquedotti che approvvigionavano l’antica Roma era l’Aqua Marcia che misurava oltre 91 Km.<br />
 
- Il più lungo degli acquedotti che approvvigionavano l’antica Roma era l’Aqua Marcia che misurava oltre 91 Km.<br />
  
== '''Acta diurna''' ==
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'''Acquicoltura''' - Gli antichi romani, oltre ad allevare i pesci di acqua dolce in apposite vasche, effettuavano l’acquicoltura, delimitando con moli artificiali spicchi di mare o lacune ed facendo crescere in essi vari tipi di pesci marini dei quali poi si nutrivano.<br />
Gli “acta diurna” (per esteso “acta diurna populi romani”), furono voluti da Giulio Cesare ed erano una specie di gazzettino contenenti notizie di vario genere (sia pubblico sia privato) scritte su tavole bianche e affisse nei luoghi pubblici. <br /
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'''Acta diurna''' - Gli “acta diurna” (per esteso “acta diurna populi romani”), furono voluti da Giulio Cesare ed erano una specie di gazzettino contenenti notizie di vario genere (sia pubblico sia privato) scritte su tavole bianche e affisse nei luoghi pubblici. <br /
== '''Adulterio''' ==
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Per frenare gli adulterii, Augusto nel 17 a.C. emanò la '''"Lex Julia de adulteriis et stupro vel de pudicitia"'''.<br />
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=== '''Agata''' ===
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'''Adulterio''' - Per frenare gli adulterii, Augusto nel 17 a.C. emanò la '''"Lex Julia de adulteriis et stupro vel de pudicitia"'''.<br />
Nell’antica Roma, i contadini mettevano alle dita anelli con incastonata una pietra di agata perché erano convinti che questo potesse favorisse la fertilità dei campi.
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=== '''Agrifoglio''' ===
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'''Agata''' - Nell’antica Roma, i contadini mettevano alle dita anelli con incastonata una pietra di agata perché erano convinti che questo potesse favorisse la fertilità dei campi<br />
Nell’antica Roma era credenza che piantando un albero di agrifoglio vicino alla casa, si tenevano lontani i malefici
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'''Aglio''' - Secondo Virgilio, il grande poeta latino, cospargersi la pelle con il succo d’aglio servirebbe a tener lontane le vipere.<br />
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'''Agrifoglio''' - Nell’antica Roma era credenza che piantando un albero di agrifoglio vicino alla casa si tenevano lontani i malefici.<br />
  
 
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'''Agrippa''' - I romani usavano il termine ''“agrippa”'' per indicare il bamino che venendo alla luce si presentava per i piedi. Da questo deriva il cognomen o il prenomen  di vari personaggi di Roma antica, come ad esempio Menenio Agrippa.<br />
=== '''Agata''' ===
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Nell’antica Roma, i contadini mettevano alle dita anelli con incastonata una pietra di agata perché erano convinti che questo potesse favorisse la fertilità dei campi<br />
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=== '''Agrifoglio''' ===
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Nell’antica Roma era credenza che piantando un albero di agrifoglio vicino alla casa, si tenevano lontani i malefici.<br />
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=== '''Agrippa''' ===
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I romani usavano il termine ''“agrippa”'' per indicare il bamino che venendo alla luce si presentava per i piedi. Da questo deriva il cognomen o il prenomen  di vari personaggi di Roma antica, come ad esempio Menenio Agrippa.<br />
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=== '''Agrippina Minore''' ===
 
=== '''Agrippina Minore''' ===
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Da quanto ci dice lo storico Plutarco, la distinzione tra lettera C e lettera G nell’alfabeto latino fu introdotta nel III secolo a.C. dal liberto Spurio Carvilio Ruga.<br />
 
Da quanto ci dice lo storico Plutarco, la distinzione tra lettera C e lettera G nell’alfabeto latino fu introdotta nel III secolo a.C. dal liberto Spurio Carvilio Ruga.<br />
  
=== '''- Alimenta''' ===
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'''Alimenta''' - Gli "Alimenta" erano un sistema di sussidi per i bambini poveri introdotti dall'imperatore Traiano. <br />
Gli "Alimenta" erano un sistema di sussidi per i bambini poveri introdotti dall'imperatore Traiano. <br />
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=== '''- Alloro''' ===
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'''ALLORO''' <br />
'''1)''' I romani erano convinti che i fulmini non colpissero l’alloro.<br /> Per questo motivo lo mettevano vicino alle giare affinché i temporali non danneggiassero il vino.<br />
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- I romani erano convinti che i fulmini non colpissero l’alloro. Per questo motivo lo mettevano vicino alle giare affinché i temporali non danneggiassero il vino.<br />
'''2)''' L’alloro era sacro a Giove e simboleggiava la pace ottenuta dopo la vittoria sui nemici. I messaggi che annunciavano una vittoria erano cinti di ramoscelli e posati in grembo alla statua di Giove stesso.<br />
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- L’alloro era sacro a Giove e simboleggiava la pace ottenuta dopo la vittoria sui nemici. I messaggi che annunciavano una vittoria erano cinti di ramoscelli e posati in grembo alla statua di Giove stesso.<br />
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'''Ancile''' - L’ancile ero uno scudo sacro ovale di bronzo che, secondo una leggenda, sarebbe caduto dal cielo al tempo di Numa Pompilio per salvare i romani da una pestilenza.<br />
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=== '''Anelli''' ===
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In epoca repubblicana i cittadini di Roma portavano un anello di ferro; il diritto di portare un anello d’oro era riservato agli alti magistrati, ai senatori e ai cavalieri.<br />
  
 
=== '''Aneto''' ===
 
=== '''Aneto''' ===
 
Secondo i Romani l’aneto aveva la proprietà di accrescere la forza fisica e pertanto era uno dei principali condimenti dei cibi dei gladiatori.<br />
 
Secondo i Romani l’aneto aveva la proprietà di accrescere la forza fisica e pertanto era uno dei principali condimenti dei cibi dei gladiatori.<br />
== '''Annunci economici''' ==
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=== '''Annunci economici''' ===
 
Nell’antica Roma sui muri delle strade e delle piazze si potevano vedere delle iscrizioni che assomigliano molto ai moderni annunci economici.<br /> Uno di questi annunci, di età imperiale, diceva: '''“Offresi schiavo. Sente benissimo da entrambe le orecchie, vede dai due occhi. Frugalità, probità e docilità garantite. Sa un po’ di greco”'''.<br />
 
Nell’antica Roma sui muri delle strade e delle piazze si potevano vedere delle iscrizioni che assomigliano molto ai moderni annunci economici.<br /> Uno di questi annunci, di età imperiale, diceva: '''“Offresi schiavo. Sente benissimo da entrambe le orecchie, vede dai due occhi. Frugalità, probità e docilità garantite. Sa un po’ di greco”'''.<br />
== '''Antifurti''' ==
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'''Antifurti''' - Nell’antica Roma, per difendere le provviste di ortaggi dai ladri, c’era l’uso di nascondere le stesse sotto terra. Dopo aver scavato una buca, vi si deponevano dentro le cibarie con paglia e sabbia, poi la ricoprivano facendo ben attenzione a occultarne la presenza.<br />
Nell’antica Roma, per difendere le provviste di ortaggi dai ladri, c’era l’uso di nascondere le stesse sotto terra. Dopo aver scavato una buca, vi si deponevano dentro le cibarie con paglia e sabbia, poi la ricoprivano facendo ben attenzione a occultarne la presenza.<br />
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== '''Antonio''' ==
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=== '''Antonio''' ===
 
Antonio e Cleopatra ebbero tre figli: Alessandro Elio, Tolomeo Filadelfo e Cleopatra Selene. Tutti e tre sopravvissero ai tragici eventi che condussero i loro genitori a togliersi la vita<br />
 
Antonio e Cleopatra ebbero tre figli: Alessandro Elio, Tolomeo Filadelfo e Cleopatra Selene. Tutti e tre sopravvissero ai tragici eventi che condussero i loro genitori a togliersi la vita<br />
 
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'''Apicio''' - Il famoso buongustaio Marco Gavio Apicio (26 a.C. – 37 d.C.), amante del lusso e dello sfarzo ed autore di un famoso ricettario in dieci libri, avendo speso una notevole fortuna per le sue esagerazioni gastronomiche, temendo di finire in miseria, si uccise con il veleno … gli erano rimasti solo dieci milioni di sesterzi (la paga annua di un legionario romano ai tempi di Augusto era di 1000 sesterzi l’anno).<br />
=== '''Apicio''' ===
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Il famoso buongustaio Marco Gavio Apicio (26 a.C. – 37 d.C.), amante del lusso e dello sfarzo ed autore di un famoso ricettario in dieci libri, avendo speso una notevole fortuna per le sue esagerazioni gastronomiche, temendo di finire in miseria, si uccise con il veleno … gli erano rimasti solo dieci milioni di sesterzi (la paga annua di un legionario romano ai tempi di Augusto era di 1000 sesterzi l’anno).<br />
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=== '''Aqua Augusta''' ===
 
=== '''Aqua Augusta''' ===
 
L’Aqua Augusta è una delle più imponenti opere d’ingegneria realizzata dagli antichi romani. Si tratta di un acquedotto di 96 Km, costruito in Campania tra il 30 ed il 20 a.C.; esso convogliava le acque del Monte Serino e serviva le città del Golfo di Napoli.<br />
 
L’Aqua Augusta è una delle più imponenti opere d’ingegneria realizzata dagli antichi romani. Si tratta di un acquedotto di 96 Km, costruito in Campania tra il 30 ed il 20 a.C.; esso convogliava le acque del Monte Serino e serviva le città del Golfo di Napoli.<br />
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=== '''Aqua mulsa''' ===
 
=== '''Aqua mulsa''' ===
 
Gli antichi romani erano soliti bere una bevanda, chiamata '''aqua mulsa''', preparata miscelando una parte di miele e due di acqua piovana. Prima di essere consumata la stessa era tenuta immagazzinata per qualche mese.<br />
 
Gli antichi romani erano soliti bere una bevanda, chiamata '''aqua mulsa''', preparata miscelando una parte di miele e due di acqua piovana. Prima di essere consumata la stessa era tenuta immagazzinata per qualche mese.<br />
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=== '''Aquilifer''' (Aquilifero) ===
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L'aquilifer era il soldato che reggeva l'aquila, emblema dell'antica legione romana. Faceva parte della centuria del primipilo.<br />
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=== '''Aquilone''' ===
 
=== '''Aquilone''' ===
 
Aquilone  era il nome dato dai Romani al freddo vento del Nord e che i Greci chiamavano Borea.<br />
 
Aquilone  era il nome dato dai Romani al freddo vento del Nord e che i Greci chiamavano Borea.<br />
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=== '''Arbiter bibendi''' ===
 
=== '''Arbiter bibendi''' ===
 
Nell'antica Roma, durante i banchetti, si sceglieva una persona, chiamata '''"arbiter bibendi"''' (arbitro del bere), che aveva il compito di stabilire quanta acqua si doveva aggiungere al vino sia per correggerne il sapore e la gradazione alcolica (che di solito era abbastanza elevata) sia per evitare ubriacature che causassero degenerazione dei banchetti.<br />Dal momento che l'arbiter bibendi non poteva bere neppure una goccia di vino per tutta la durata del banchetto, quella carica non era per niente ambita e normalmente era assegnata mediante estrazione.<br />
 
Nell'antica Roma, durante i banchetti, si sceglieva una persona, chiamata '''"arbiter bibendi"''' (arbitro del bere), che aveva il compito di stabilire quanta acqua si doveva aggiungere al vino sia per correggerne il sapore e la gradazione alcolica (che di solito era abbastanza elevata) sia per evitare ubriacature che causassero degenerazione dei banchetti.<br />Dal momento che l'arbiter bibendi non poteva bere neppure una goccia di vino per tutta la durata del banchetto, quella carica non era per niente ambita e normalmente era assegnata mediante estrazione.<br />
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'''Armilla''' L’armilla era un prezioso bracciale dei romani.<br />
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'''Aromi''' - Tra gli aromi della cucina antica ce ne era uno molto pregiato e costoso. Si trattava del succo resinoso estratto dal silfio (nome latino “laser”), una pianta che si estinse verso il V secolo d.C. per eccessivo sfruttamento.
  
=== '''- Aromi''' ===
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'''Arpagone''' - L'arpagone era il rostro che le antiche navi romane avevano a prora e serviva come grappino d'abbordaggio. Poiché l'arpagone serviva per "afferrare" e "trattenere", il termine passò ad indicare l'avaro (l'arraffatore, appunto, che afferra e trattiene).<br />
Tra gli aromi della cucina antica ce ne era uno molto pregiato e costoso. Si trattava del succo resinoso estratto dal silfio (nome latino “laser”), una pianta che si estinse verso il V secolo d.C. per eccessivo sfruttamento.
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=== '''Arpagone''' ===
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'''Arria''' - Arria era una nobildonna romana, moglie di Aulo Cecina Peto che, avendo avuto l’ordine dall’imperatore Claudio di togliersi la vita perché implicato in una congiura, non aveva il coraggio di suicidarsi.<br /> Arria, allora, si pugnalò a morte e poi diede l’arma al marito dicendo: '''“Paete, non dolet!'''” (Peto! Non fa male).<br />
L'arpagone era il rostro che le antiche navi romane avevano a prora e serviva come grappino d'abbordaggio. <br />Poiché l'arpagone serviva per "afferrare" e "trattenere", il termine passò ad indicare l'avaro (l'arraffatore, appunto, che afferra e trattiene).<br />
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'''Artemisia''' - Nell’antica Roma ai viaggiatori era consigliato di percorrere il tragitto tenendo sempre in mano una pianticella di artemisia in quanto era credenza che tale erba avrebbe evitato di avvertire la stanchezza anche nei viaggi effettuati in condizioni molto disagiate.<br />
 
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=== '''Arria''' ===
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Arria era una nobildonna romana, moglie di Aulo Cecina Peto che, avendo avuto l’ordine dall’imperatore Claudio di togliersi la vita perché implicato in una congiura, non aveva il coraggio di suicidarsi.<br /> Arria, allora, si pugnalò a morte e poi diede l’arma al marito dicendo: '''“Paete, non dolet!'''” (Peto! Non fa male).<br />
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=== '''Aruspici''' ===
 
=== '''Aruspici''' ===
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=== '''Asparagi''' ===
 
=== '''Asparagi''' ===
 
Gli asparagi erano già molto apprezzati dai romani che li consideravano una vera raffinatezza al punto che il grande poeta Marziale diceva che essi deliziavano il palato dei ricchi.<br />
 
Gli asparagi erano già molto apprezzati dai romani che li consideravano una vera raffinatezza al punto che il grande poeta Marziale diceva che essi deliziavano il palato dei ricchi.<br />
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=== '''Astati''' ===
 
=== '''Astati''' ===
 
Gli astati erano soldati delle legioni romani di cui costituivano la prima linea da battaglia.<br />
 
Gli astati erano soldati delle legioni romani di cui costituivano la prima linea da battaglia.<br />
=== '''Atellana''' ===
 
L’atellana era un’antica farsa briosa e realistica di origine osca. Caratterizzata da personaggi fissi e da un linguaggio contadinesco e popolare, fu introdotta a Roma nel I secolo a.C.. <br />
 
 
 
 
=== '''Auspicium''' ===
 
L’auspicium era il rito romano di leggere il futuro osservando il volo degli uccelli.
 
 
=== '''Avvocati''' ===
 
La '''"lex Cincia"''', fatta approvare da M. Cincio Alimento nel 204 a.C. vietava di accettare doni o denaro per la difesa di una causa.<br />
 
 
 
 
 
Torna a '''[[Curiosità greche Z]]''' oppure vai a '''[[Curiosità latine B]]'''
 
  
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=== '''Astragali''' ===
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Gli astragali erano i dadi dell’antica Roma.<br />
  
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'''Atellana''' =- L’'''atellana''' era un’antica farsa briosa e realistica di origine osca. Caratterizzata da personaggi fissi e da un linguaggio contadinesco e popolare, fu introdotta a Roma nel I secolo a.C.. <br />
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'''Augure''' - L''''augure''' era oò sacerdote che aveva il compito di interpretare il volere divino attraverso l’osservazione di alcuni segni. Gli auguri formavano un collegio che tradizionalmente si faceva risalire a Romolo e che ai tempi di Giulio Cesare era costituito da sedici membri. Il loro responso determinava la possibilità o meno di intraprendere guerre, tenere i comizi e altro.<br />
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'''Auspicium''' - L’'''auspicium''' era il rito romano di leggere il futuro osservando il volo degli uccelli.<br />
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'''Avvocati''' - La '''"lex Cincia"''', fatta approvare da M. Cincio Alimento nel 204 a.C., vietava di accettare doni o denaro per la difesa di una causa.<br />
  
  

Versione attuale delle 20:44, 4 feb 2024

Ecco alcune curiosità su usi, costumi, religioni e vita di Roma antica.


Abitanti - Nel II secolo d.C. Roma aveva oltre un milione di abitanti.
Acca Larenzia - Acca Larenzia era un'antica divinità romana collegata al culto della terra o dei Lari. Nella tradizione fu identificata con la moglie di Faustolo e con una cortigiana di Anco Marzio.

Acqua Marcia - L'Acqua Marcia deve il nome a Marcio Rege che nel 154 a.C. aveva fatto costruire un acquedotto per incanalarla.

ACQUEDOTTI
- La Roma imperiale era servita da undici acquedotti, costruiti tra il IV secolo a.C. ed il III dopo Cristo, che ogni giorno portavano in città circa un miliardo di litri d’acqua. Essi avevano una lunghezza totale superiore ai 470 KM e si è calcolato che la disponibilità d’acqua pro-capite fosse circa il doppio di quella attuale..
- Il primo acquedotto romano su arcate fu l’Anio Vertus, realizzato nel 272 a.C., che raccoglieva le acque del fiume Aniene sopra Tivoli.
- Il più lungo degli acquedotti che approvvigionavano l’antica Roma era l’Aqua Marcia che misurava oltre 91 Km.

Acquicoltura - Gli antichi romani, oltre ad allevare i pesci di acqua dolce in apposite vasche, effettuavano l’acquicoltura, delimitando con moli artificiali spicchi di mare o lacune ed facendo crescere in essi vari tipi di pesci marini dei quali poi si nutrivano.
Acta diurna - Gli “acta diurna” (per esteso “acta diurna populi romani”), furono voluti da Giulio Cesare ed erano una specie di gazzettino contenenti notizie di vario genere (sia pubblico sia privato) scritte su tavole bianche e affisse nei luoghi pubblici. <br /

Adulterio - Per frenare gli adulterii, Augusto nel 17 a.C. emanò la "Lex Julia de adulteriis et stupro vel de pudicitia".

Agata - Nell’antica Roma, i contadini mettevano alle dita anelli con incastonata una pietra di agata perché erano convinti che questo potesse favorisse la fertilità dei campi
Aglio - Secondo Virgilio, il grande poeta latino, cospargersi la pelle con il succo d’aglio servirebbe a tener lontane le vipere.
Agrifoglio - Nell’antica Roma era credenza che piantando un albero di agrifoglio vicino alla casa si tenevano lontani i malefici.

Agrippa - I romani usavano il termine “agrippa” per indicare il bamino che venendo alla luce si presentava per i piedi. Da questo deriva il cognomen o il prenomen di vari personaggi di Roma antica, come ad esempio Menenio Agrippa.

Indice

[modifica] Agrippina Minore

Giulia Agrippina (conosciuta come Agrippina Minore - 6.11.15 – 23.3.59) era la madre dell’imperatore Nerone e sposò in terze nozze l’imperatore Claudio (Lugdunum, 1.8.10 a.C. – Roma, 13.10.54) che era suo zio.

[modifica] Albalonga

Albalonga, patria dei Curiazi, distrutta da Roma al tempo di Tullo Ostilio, era stata fondata da Ascanio, figlio di Enea.

[modifica] Alfabeto

Da quanto ci dice lo storico Plutarco, la distinzione tra lettera C e lettera G nell’alfabeto latino fu introdotta nel III secolo a.C. dal liberto Spurio Carvilio Ruga.

Alimenta - Gli "Alimenta" erano un sistema di sussidi per i bambini poveri introdotti dall'imperatore Traiano.

ALLORO
- I romani erano convinti che i fulmini non colpissero l’alloro. Per questo motivo lo mettevano vicino alle giare affinché i temporali non danneggiassero il vino.
- L’alloro era sacro a Giove e simboleggiava la pace ottenuta dopo la vittoria sui nemici. I messaggi che annunciavano una vittoria erano cinti di ramoscelli e posati in grembo alla statua di Giove stesso.

Ancile - L’ancile ero uno scudo sacro ovale di bronzo che, secondo una leggenda, sarebbe caduto dal cielo al tempo di Numa Pompilio per salvare i romani da una pestilenza.

[modifica] Anelli

In epoca repubblicana i cittadini di Roma portavano un anello di ferro; il diritto di portare un anello d’oro era riservato agli alti magistrati, ai senatori e ai cavalieri.

[modifica] Aneto

Secondo i Romani l’aneto aveva la proprietà di accrescere la forza fisica e pertanto era uno dei principali condimenti dei cibi dei gladiatori.

[modifica] Annunci economici

Nell’antica Roma sui muri delle strade e delle piazze si potevano vedere delle iscrizioni che assomigliano molto ai moderni annunci economici.
Uno di questi annunci, di età imperiale, diceva: “Offresi schiavo. Sente benissimo da entrambe le orecchie, vede dai due occhi. Frugalità, probità e docilità garantite. Sa un po’ di greco”.
Antifurti - Nell’antica Roma, per difendere le provviste di ortaggi dai ladri, c’era l’uso di nascondere le stesse sotto terra. Dopo aver scavato una buca, vi si deponevano dentro le cibarie con paglia e sabbia, poi la ricoprivano facendo ben attenzione a occultarne la presenza.

[modifica] Antonio

Antonio e Cleopatra ebbero tre figli: Alessandro Elio, Tolomeo Filadelfo e Cleopatra Selene. Tutti e tre sopravvissero ai tragici eventi che condussero i loro genitori a togliersi la vita
Apicio - Il famoso buongustaio Marco Gavio Apicio (26 a.C. – 37 d.C.), amante del lusso e dello sfarzo ed autore di un famoso ricettario in dieci libri, avendo speso una notevole fortuna per le sue esagerazioni gastronomiche, temendo di finire in miseria, si uccise con il veleno … gli erano rimasti solo dieci milioni di sesterzi (la paga annua di un legionario romano ai tempi di Augusto era di 1000 sesterzi l’anno).

[modifica] Aqua Augusta

L’Aqua Augusta è una delle più imponenti opere d’ingegneria realizzata dagli antichi romani. Si tratta di un acquedotto di 96 Km, costruito in Campania tra il 30 ed il 20 a.C.; esso convogliava le acque del Monte Serino e serviva le città del Golfo di Napoli.

[modifica] Aqua mulsa

Gli antichi romani erano soliti bere una bevanda, chiamata aqua mulsa, preparata miscelando una parte di miele e due di acqua piovana. Prima di essere consumata la stessa era tenuta immagazzinata per qualche mese.

[modifica] Aquilifer (Aquilifero)

L'aquilifer era il soldato che reggeva l'aquila, emblema dell'antica legione romana. Faceva parte della centuria del primipilo.

[modifica] Aquilone

Aquilone era il nome dato dai Romani al freddo vento del Nord e che i Greci chiamavano Borea.

[modifica] Arbiter bibendi

Nell'antica Roma, durante i banchetti, si sceglieva una persona, chiamata "arbiter bibendi" (arbitro del bere), che aveva il compito di stabilire quanta acqua si doveva aggiungere al vino sia per correggerne il sapore e la gradazione alcolica (che di solito era abbastanza elevata) sia per evitare ubriacature che causassero degenerazione dei banchetti.
Dal momento che l'arbiter bibendi non poteva bere neppure una goccia di vino per tutta la durata del banchetto, quella carica non era per niente ambita e normalmente era assegnata mediante estrazione.
Armilla L’armilla era un prezioso bracciale dei romani.
Aromi - Tra gli aromi della cucina antica ce ne era uno molto pregiato e costoso. Si trattava del succo resinoso estratto dal silfio (nome latino “laser”), una pianta che si estinse verso il V secolo d.C. per eccessivo sfruttamento.

Arpagone - L'arpagone era il rostro che le antiche navi romane avevano a prora e serviva come grappino d'abbordaggio. Poiché l'arpagone serviva per "afferrare" e "trattenere", il termine passò ad indicare l'avaro (l'arraffatore, appunto, che afferra e trattiene).

Arria - Arria era una nobildonna romana, moglie di Aulo Cecina Peto che, avendo avuto l’ordine dall’imperatore Claudio di togliersi la vita perché implicato in una congiura, non aveva il coraggio di suicidarsi.
Arria, allora, si pugnalò a morte e poi diede l’arma al marito dicendo: “Paete, non dolet!” (Peto! Non fa male).
Artemisia - Nell’antica Roma ai viaggiatori era consigliato di percorrere il tragitto tenendo sempre in mano una pianticella di artemisia in quanto era credenza che tale erba avrebbe evitato di avvertire la stanchezza anche nei viaggi effettuati in condizioni molto disagiate.

[modifica] Aruspici

Gli aruspici erano gli indovini che sostenevano di interpretare la volontà degli dei osservando le viscere degli animali sacrificati, osservando i fulmini oppure interpretando i vari fenomeni naturali. Erano talmente stimati ed apprezzati che Claudio, l’imperatore etruscologo, fece aprire una scuola dove si potesse studiare la loro arte.
Gli aruspici erano ancora in auge ai tempi dell’imperatore Teodosio, cioè fino al IV secolo dopo Cristo.

[modifica] Arvali

Gli Arvali erano i 12 sacerdoti della dea Cerere (anticamente Dia). Riuniti in un collegio istituito addirittura da Romolo, gli Arvali, nominati a vita, erano addetti ai riti sacrificali per favorire la coltura dei campi

[modifica] Asparagi

Gli asparagi erano già molto apprezzati dai romani che li consideravano una vera raffinatezza al punto che il grande poeta Marziale diceva che essi deliziavano il palato dei ricchi.

[modifica] Astati

Gli astati erano soldati delle legioni romani di cui costituivano la prima linea da battaglia.

[modifica] Astragali

Gli astragali erano i dadi dell’antica Roma.

Atellana =- L’atellana era un’antica farsa briosa e realistica di origine osca. Caratterizzata da personaggi fissi e da un linguaggio contadinesco e popolare, fu introdotta a Roma nel I secolo a.C..
Augure - L'augure era oò sacerdote che aveva il compito di interpretare il volere divino attraverso l’osservazione di alcuni segni. Gli auguri formavano un collegio che tradizionalmente si faceva risalire a Romolo e che ai tempi di Giulio Cesare era costituito da sedici membri. Il loro responso determinava la possibilità o meno di intraprendere guerre, tenere i comizi e altro.
Auspicium - L’auspicium era il rito romano di leggere il futuro osservando il volo degli uccelli.
Avvocati - La "lex Cincia", fatta approvare da M. Cincio Alimento nel 204 a.C., vietava di accettare doni o denaro per la difesa di una causa.



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