Battipaglia pag. 2

Da Cap2.

INTORNO ALLE ORIGINI DI BATTIPAGLIA

Furonvi relazioni di dipendenza fra gli
abitanti di Battipaglia ed Eboli

I documenti che si riportano non ne fanno parola, né lo fanno supporre.
Tutte le volte che si accenna ai beni della Chiesa Salernitana e si fa il nome di quelli siti in Battipaglia, i possedimenti sono elencati senza mostrare alcuna relazione coi pochi diritti feudali che la stessa Chiesa possedeva in Eboli. E non erano pochi i beni della Chiesa nella località di Battipaglia: tutta la pianura compresa fra il basso Tusciano ed il basso Sele era suo dominio. Inoltre, l’Arcivescovo di Salerno, signore feudale di Montecorvino, di Olevano, di Battipaglia e di altri casali sparsi qua e là nella Provincia, fece di tutto, nei primi anni del secolo decimo terzo, per ottenere anche il possesso feudale di Eboli e di Giffoni; ma non vi riuscì. L’arcivescovo Niccolò D’Aiello per poco non raggiunse il suo intento per Eboli, giovandosi di un momento in cui Federico II era in Germania e reggeva lo Stato la moglie Clemenza.
Gli abitanti corsero ai ripari e mandarono una commissione di rappresentanza in Germania. Da Ulma, Federico II, nel 1219, ordinò che nessuna innovazione alla d(……. …..). L’anno dopo, l’Imperatore (……………..) febbraio del 1221, tenne a Capua un (……) parlamento. Qui accorsero i rappresentanti dell’Arcivescovo di Salerno e del Comune di Eboli. L’imperatore dispose che Battipaglia costituisse un feudo per la Chiesa Salernitana ed Eboli facesse parte del demanio imperiale. I documenti III e IV riportano i due ordini sovrani e danno una prova assolutamente inequivocabile del completo distacco esistente fra Battipaglia ed Eboli, distacco reso ancora più evidente, per essere Battipaglia amministrata a regime feudale ed Eboli a comune libero. Ed anche quando Eboli ebbe il suo Barone, i due feudi si mantennero sempre distinti per la diversa caratteristica, poiché quello dipendente dal Barone Vescovo non era facilmente alienabile, mentre, per ragioni politiche, varie famiglie si avvicendarono nel possesso feudale di Eboli. I beni feudali della Chiesa Salernitana, che, tra il Tusciano e il Sele,comprendevano, oltre le zone di Battipaglia, anche quelle di S. Cecilia, S. Mattia, Campolongo, ecc., furono poi assorbite dal Comune di Eboli, il quale, così, estese la sua giurisdizione amministrativa fino al Tusciano. Ma non può, per questo, dimenticarsi che l’attuale latifondo del comune di Eboli si appartenne, in gran parte, alla Chiesa Salernitana e per essa agli abitanti dei casali di Battipaglia. Della importanza di questi casali, anche sotto il punto di vista demografico,nel Medioevo, si ha pure un esplicito cenno in una nota aggiuntiva al magistrale discorso che, nel maggio 1864, lo storico ebolitano Giuseppe Angeluzzi tenne in Eboli, in occasione di un congresso agrario.
Ivi è detto:
“Qual forza politica e popolazione avesse avuto poi Eboli al Medioevo, può cavarsi dall’Anonimo Salernitano, il quale, parlando della costruzione di una torre quae est ab ortu solis, operata verso la fine del IX secolo, aggiunge che furono al lavoro adoperati fere due milia Tuscianenses, pertinenti, cioè ai villaggi siti lungo le rive del fiume Tusciano, in contrada Battipaglia, come ben interpetra il Pratilli, redarguendo il Muratori, che li aveva scambiati per Toscani”.
Gli elementi sin qui esposti e quelli che meglio si rilevano dalla lettura dei documenti alligati, stanno a dimostrare:
a) che, da antichissimo tempo, si ebbe in Battipaglia un nucleo abitato di una certa entità, con carattere ben distinto ed indipendente dal capoluogo di Eboli;
b) che gran parte del territorio oggi posseduto da Eboli (Campolongo, ecc.)appartenne un tempo al feudo di Battipaglia;
c) che non è esatta l’affermazione – purtroppo sulla bocca di molti – diretta a far credere che Battipaglia sia sorta con la costruzione delle case coloniche, disposte, nel 1858, dal Governo Borbonico, per dare rifugio ad alcune famiglie, scampate al terremoto del 1857. Molta esagerazione si è andata formando sull’effettiva portata dell’istituzione della colonia. Una idea chiara e precisa si ha leggendo l’annuario statistico della Provincia di Salerno per l’anno 1866, compilato a cura della R. Società Economica. Alle pagine 310 e 311 della pregevolissima pubblicazione si legge:
'“La nuova colonia agricola edificata in Battipaglia trovasi a circa 22 chilometri al di là di Salerno, allo incontro della strada nazionale delle Calabrie con la strada provinciale del Vallo di Novi.'
Detta colonia venne edificata sopra suolo di proprietà della Casa Angri, acquistato dalla già Amministrazione Generale di bonificazione, e si compone di N. 120 case coloniche, contenenti ognuna due stanze al piano terreno, ed altrettante al piano superiore, alle quale si ascende per una scala di legno. Queste 120 abitazioni costituiscono 20 edifizi, dei quali 16 di cinque abitazioni ognuno, ed altri quattro di dieci abitazioni ciascuno, accoppiate a due a due, mediante muri intermedii, in guisa da formare dieci cortili. In ciascun cortile vi sono le necessarie fogne con quattro piccoli stanzini da cessi, ed in alcuni di essi sonovi costruiti anche dei forni pubblici per uso dei coloni.
Lo scopo di fondazione di tale colonia fu quello di dare ricovero ai coloni rimasti privi di masserizie e di tetto in seguito della luttuosa catastrofe del 1857, e nel contempo di assegnare a ciascuno di costoro una piccola quota di terreno onde essi con le proprie fatiche avessero potuto trarre men misera la vita.Attualmente le famiglie coloniche fornite dei requisiti del rescritto di fondazione sono al numero di trentadue. Le rimanenti case, tranne la caserma dei Reali Carabinieri ed i locali addetti agli stalloni provinciali, trovansi quasi tutte locate ad industrianti ed a coloni delle vicine contrade.Col frutto che ricavasi dai cennati fitti vien provveduto allo annuale mantenimento delle case anzidette”.


ASSE ABITANTI AUMENTO DIMINUZIONE PERCENTUALE D'AUMENTO
1849 7288 ---- ---- ----
1850 7391 103 --- 1,39
1851 7524 143 --- 1,90
1852 7615 81 --- 1,06
1853 7583 --- 32 ---
1854 7549 34 --- 0,45
1855 7509 --- 40 ---
1856 7691 182 --- 2,36
1857 7774 83 --- 1,06
1858 7880 106 --- 1,34
1859 8025 145 --- 1,08



Il documento su trascritto dimostra ancora che Battipaglia accolse la colonia e non la colonia diede origine a Battipaglia.

E si volle fondare in Battipaglia la colonia, perché detto nucleo abitato era, din d’allora, dotato di un’importante rete stradale, prossima ai luoghi ove dovevano eseguirsi le opere di bonifiche, progettate dal Governo Borbonico. Le famiglie importate fino a tutto il 1866 furono trentadue e non cento o novantaquattro, come si afferma. L’importazione delle trentadue famiglie non determinò in Battipaglia nessun accrescimento di popolazione, di carattere straordinario.
La prova è data dal prospetto che segue, nel quale – come dal doc. X – è riportata la popolazione del comune di Eboli negli anni dal 1849 al 1859.


Nel periodo dal 1849 al 1859 la percentuale d’incremento nella popolazione di Eboli va da un minimo di 0,45 ad un massimo di 2,36. Negli anni dal 1857 al 1859, nei quali si sarebbe dovuto verificare un incremento straordinario, come si afferma dall’amministrazione di Eboli, per l’affluenza delle famiglie scampate al terremoto, si ha, invece, una percentuale molto bassa, e cioè 1,07 nel 1857, 1,34 nel 1858, 1,08 nel 1859. Ciò dimostra, anche, che le trentadue famiglie trapiantate in Battipaglia si presentarono numericamente sparute. La verità è tutt’altra: le case che dovevano servire per gli scampati del terremoto, servirono, com’è detto anche nell’annuario su citato, per le famiglie del capoluogo Eboli, le quali si trasferirono in Battipaglia, per essere più vicine ai luoghi di maggiore attività agricola. Ed in ciò è il vero incremento della frazione di Battipaglia, incremento determinato, è bene ripetere, dagli stessi abitanti del Capoluogo. Si aggiunge, infine, che Eboli considerò sempre, come veri e propri naturali del comune, gli abitanti di Battipaglia, i quali furono ammessi al sorteggio delle quotizzazioni dei fondi Cornito, Bosco Grande, Cornito Macchioso, Serretelle, Radica, ecc., operatesi, a più riprese, negli anni 1896, 1903, 1904 e 1905.

Battipaglia, luglio 1930 A VIII
Il Commissario Prefettizio

A. MENNA

Le pagine successive del documento (omesse in questa sede) riportano i testi richiamati nelle pagine precedenti da Alfonso Menna, Commissario Prefettizio, nonché primo sindaco di Battipaglia. Esse sono delle vere e proprie perle (per altro molto rare) e, in ogni modo, di indubbio interesse per i cultori, gli appassionati ed i semplici curiosi soprattutto perché riportanti la data, la sintesi del contenuto, la bibliografia ed il documento originale cui ha attinto l’autore (bellissima la lingua dell’epoca) e sicuramente . Con questo siamo sicuri di aver dato il nostro contributo per la conoscenza della storia di Battipaglia che poi era anche lo scopo del Dr. Alfonso Menna quando pubblicò il testo di cui trattasi.




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