Battipaglia pag. 2

Da Cap2.
(Differenze fra le revisioni)
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Versione delle 15:20, 23 ago 2012

INTORNO ALLE ORIGINI DI BATTIPAGLIA

Furonvi relazioni di dipendenza fra gli
abitanti di Battipaglia ed Eboli

I documenti che si riportano non ne fanno parola, né lo fanno supporre.
Tutte le volte che si accenna ai beni della Chiesa Salernitana e si fa il nome di quelli siti in Battipaglia, i possedimenti sono elencati senza mostrare alcuna relazione coi pochi diritti feudali che la stessa Chiesa possedeva in Eboli. E non erano pochi i beni della Chiesa nella località di Battipaglia: tutta la pianura compresa fra il basso Tusciano ed il basso Sele era suo dominio. Inoltre, l’Arcivescovo di Salerno, signore feudale di Montecorvino, di Olevano, di Battipaglia e di altri casali sparsi qua e là nella Provincia, fece di tutto, nei primi anni del secolo decimo terzo, per ottenere anche il possesso feudale di Eboli e di Giffoni; ma non vi riuscì. L’arcivescovo Niccolò D’Aiello per poco non raggiunse il suo intento per Eboli, giovandosi di un momento in cui Federico II era in Germania e reggeva lo Stato la moglie Clemenza.
Gli abitanti corsero ai ripari e mandarono una commissione di rappresentanza in Germania. Da Ulma, Federico II, nel 1219, ordinò che nessuna innovazione alla d(……. …..). L’anno dopo, l’Imperatore (……………..) febbraio del 1221, tenne a Capua un (……) parlamento. Qui accorsero i rappresentanti dell’Arcivescovo di Salerno e del Comune di Eboli. L’imperatore dispose che Battipaglia costituisse un feudo per la Chiesa Salernitana ed Eboli facesse parte del demanio imperiale. I documenti III e IV riportano i due ordini sovrani e danno una prova assolutamente inequivocabile del completo distacco esistente fra Battipaglia ed Eboli, distacco reso ancora più evidente, per essere Battipaglia amministrata a regime feudale ed Eboli a comune libero. Ed anche quando Eboli ebbe il suo Barone, i due feudi si mantennero sempre distinti per la diversa caratteristica, poiché quello dipendente dal Barone Vescovo non era facilmente alienabile, mentre, per ragioni politiche, varie famiglie si avvicendarono nel possesso feudale di Eboli. I beni feudali della Chiesa Salernitana, che, tra il Tusciano e il Sele,comprendevano, oltre le zone di Battipaglia, anche quelle di S. Cecilia, S. Mattia, Campolongo, ecc., furono poi assorbite dal Comune di Eboli, il quale, così, estese la sua giurisdizione amministrativa fino al Tusciano. Ma non può, per questo, dimenticarsi che l’attuale latifondo del comune di Eboli si appartenne, in gran parte, alla Chiesa Salernitana e per essa agli abitanti dei casali di Battipaglia. Della importanza di questi casali, anche sotto il punto di vista demografico,nel Medioevo, si ha pure un esplicito cenno in una nota aggiuntiva al magistrale discorso che, nel maggio 1864, lo storico ebolitano Giuseppe Angeluzzi tenne in Eboli, in occasione di un congresso agrario.
Ivi è detto:
“Qual forza politica e popolazione avesse avuto poi Eboli al Medioevo, può cavarsi dall’Anonimo Salernitano, il quale, parlando della costruzione di una torre quae est ab ortu solis, operata verso la fine del IX secolo, aggiunge che furono al lavoro adoperati fere due milia Tuscianenses, pertinenti, cioè ai villaggi siti lungo le rive del fiume Tusciano, in contrada Battipaglia, come ben interpetra il Pratilli, redarguendo il Muratori, che li aveva scambiati per Toscani”.
Gli elementi sin qui esposti e quelli che meglio si rilevano dalla lettura dei documenti alligati, stanno a dimostrare:
a) che, da antichissimo tempo, si ebbe in Battipaglia un nucleo abitato di una certa entità, con carattere ben distinto ed indipendente dal capoluogo di Eboli;
b) che gran parte del territorio oggi posseduto da Eboli (Campolongo, ecc.)appartenne un tempo al feudo di Battipaglia;
c) che non è esatta l’affermazione – purtroppo sulla bocca di molti – diretta a far credere che Battipaglia sia sorta con la costruzione delle case coloniche, disposte, nel 1858, dal Governo Borbonico, per dare rifugio ad alcune famiglie, scampate al terremoto del 1857. Molta esagerazione si è andata formando sull’effettiva portata dell’istituzione della colonia. Una idea chiara e precisa si ha leggendo l’annuario statistico della Provincia di Salerno per l’anno 1866, compilato a cura della R. Società Economica. Alle pagine 310 e 311 della pregevolissima pubblicazione si legge:
'“La nuova colonia agricola edificata in Battipaglia trovasi a circa 22 chilometri al di là di Salerno, allo incontro della strada nazionale delle Calabrie con la strada provinciale del Vallo di Novi.'
Detta colonia venne edificata sopra suolo di proprietà della Casa Angri, acquistato dalla già Amministrazione Generale di bonificazione, e si compone di N. 120 case coloniche, contenenti ognuna due stanze al piano terreno, ed altrettante al piano superiore, alle quale si ascende per una scala di legno. Queste 120 abitazioni costituiscono 20 edifizi, dei quali 16 di cinque abitazioni ognuno, ed altri quattro di dieci abitazioni ciascuno, accoppiate a due a due, mediante muri intermedii, in guisa da formare dieci cortili. In ciascun cortile vi sono le necessarie fogne con quattro piccoli stanzini da cessi, ed in alcuni di essi sonovi costruiti anche dei forni pubblici per uso dei coloni.


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