Curiosità latine P
Curiosità di Roma antica con la lettera P
Pacuvio - Pacuvio (nato a Brindisi nel 210 a.C.), nipote di Ennio, fu uno dei maggiori poeti tragici latini, ma anche un apprezzato pittore.
Palliata - Nell’antica Roma la palliata era un tipo di commedia con argomenti e ambienti greci adattati a quelli romani.
Pancetta - La pancetta (il gustoso salume ormai diffuso in tutta l’Europa e negli Stati Uniti) nell’antica Roma era un cibo considerato tra i più energetici tanto è vero che i soldati dell’imperatore Augusto ne ricevevano una razione ogni tre giorni.
Pane - Il pane preparato nelle Murge (in Puglia) era rinomato già nell’antica Roma e di esso il grande poeta Orazio diceva che:
"… è il migliore del mondo, al punto che il viaggiatore diligente se ne porta sempre una provvista per il viaggio."
Pantheon - Il maestoso Pantheon che si ammira a Roma, fu fatto costruire da Marco Vipsanio Agrippa nel 27 a.C. e fatto ricostruire dall'imperatore Adriano tra il 120 e il 124 d.C. dopo i danni che esso avevo subiti a causa di alcuni incendi.
Parrucca – I romani erano soliti usare la parrucca. Tale usanza fu abbandonata nei primi anni del cristianesimo perché i cristiani temevano che i capelli usati per confezionare le parrucche fossero quelli di peccatori morti e pertanto potessero essere contaminati.
Pastorizia - Nell’antica Roma, all’erba e al fieno che davano da mangiare alle pecore, i pastori aggiungevano un po’ di sale; in questo modo esse bevevano di più e producevano più latte.
Patera La patera era un’antica ciotola, bassa e senza orli ne anse, usata dai romani per le libagioni durante i riti.
Patrimonio - Il patrimonio necessario per poter essere cavalieri era di 400.000 (quattrocentomila) sesterzi.
Pecorino - I romani già producevano il formaggio chiamato pecorino. Lucio Giunio Moderato Columella, agronomo latino del I secolo, ne descrisse la modalità di preparazione che era praticamente uguale a quella dei nostri giorni.
Peculio - Oggi per peculio si intende una somma di danaro che si accumula risparmiando o, anche, scherzosamente, il proprio gruzzoletto.
Nell’antica Roma il peculio era ogni acquisizione fatta da un uomo libero con il consenso del padre o da uno schiavo con il consenso del padrone.
Pederastia - Per frenare la pederastia, a Roma fu emanata la “Legge Scantinia de nefanda Venere”.
Peli - Gli antichi romani erano convinti che avere indosso una collana fatta con i peli intrecciati di un orso servisse ad allontanare la scalogna.
Piccioni viaggiatori - Nell’antica Roma ogni arena disponeva di un gran numero di piccioni viaggiatori per far arrivare i risultati delle corse anche nelle località più lontane.
Pileo - Il pileo era un copricapo, di forma conica con la punta tondeggiante, indossato dagli antichi romani.
Pinoli - Nell’antichità i pinoli erano ritenuti afrodisiaci. Ovidio, nell’opera “Ars Amatoria” parla dei pinoli come uno dei pochi cibi capace di “favorire” l’amore".
Pisone Frugi (Politico romano – II Secolo a.C.)
Lucio Calpurnio Pisone (il famoso Frugi) aveva parlato sempre contro la legge frumentaria. Approvata quella legge, il consolare Frugi era venuto a pendere il suo frumento. Nell’assemblea popolare, Caio Gracco notò la sua presenza e gli chiese, davanti al popolo romano, se gli sembrasse coerente prendere il frumento per effetto di quella legge che aveva tanto combattuto.
- Non vorrei certo, o Gracco – rispose – che ti saltasse in mente di dividere a testa i miei beni, ma se una cosa simile ti riuscisse, io vorrei la mia parte”.
(Cicerone – Le Tuscolane)
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Pistacchio
La pianta di pistacchio fu portata a Roma per la prima nel 35 d.C. dal console Lucio Vitellio, governatore in Siria.
Plinio il Vecchio
(Gaio Plinio Secondo, Como, 23 d.C. – Stabia, 25 agosto 79 d.C. durante l’eruzione del Vesuvio) scrittore, governatore e militare
- Lo scrittore e magistrato latino Gaio Plinio Secondo, conosciuto come Plinio il Vecchio, amava lavorare restando immerso nell’acqua. In queste condizioni dettò gran parte della sua “Naturalis Historia”.
- Plinio il Vecchio che era a capo della flotta romana che presidiava Capo Miseno nel 79 d.C., per essersi spinto troppo vicino al Vesuvio in eruzione, morì per le esalazioni del vulcano.
Polpo
Nell’antica Roma il polpo era considerato un cibo afrodisiaco. La notizia è riportata da Ateneo, scrittore greco del I secolo d.C..
Pompei
Nella sua casa di Pompei, il banchiere Lucio Cecilio Giocondo fece scolpire un bassorilievo che mostrava i danni causati dal sisma del 5 febbraio 62 d.C. al Tempio di Giove. La casa, poi, fu coperta dalle ceneri e dai lapilli nel terremoto del 79 d.C. che distrusse Pompei, Ercolano e Stabiae e rinvenuta nel 1844 grazie agli scavi dei Borboni.
Pompieri - Il corpo dei pompieri (che vendeva i suoi servizi sul posto) fu organizzato per la prima volta da Marco Licinio Crasso (1ª metà del 1° secolo a.C.).
Ponte Sublicio - Il ponte Sublicio, il più antico ponte di Roma sul Tevere, fu fatto costruire da Anco Marzio. La sua fama è legata all’atto eroico di Orazio Coclite che sopra di esso fermò gli Etruschi di Porsenna che stavano invadendo Roma.
Pontefice Massimo
1) Tiberio Coruncanio fu il primo pontefice di origine plebea;
2) Dal 12 a.C., con Augusto, tutti gli imperatori romani assunsero anche il titolo di Pontefice Massimo;
3) L’ultimo imperatore ad avere il titolo di Pontefice Massimo fu Graziano che abolì tale titolo nel 379.
POPPEA
- La bellissima Poppea Sabina (Pompei 30 d.c. – Roma 65 d.C.) fu la seconda moglie di Nerone.
- Poppea, la moglie dell’imperatore Nerone, era indubbiamente una donna bellissima ed affascinante. Oltre a farsi il bagno nel latte d’asina, l’imperatrice si truccava con molta cura, si sbiancava i denti con la pietra pomice e, per far sembrare la pelle più delicata e trasparente, si faceva dipingere finte vene azzurrognole sul décolleté.
Porcini - Gli antichi romani i funghi porcini li chiamavano “suillus” (maiale) per il loro tozzo aspetto.
PORRO
- Secondo gli antichi romani, il porro aveva qualità medicamentose e afrodisiache che Plinio il Vecchio illustrò nella sua “Storia Naturale” e Marziale celebrò nei suoi componimenti.
- I romani usavano mangiare i porri alla vigilia delle battaglie perché credevano che questo ortaggio desse vigore al fisico.
Posate - I romani usavano il cucchiaio molto simile al nostro (che chiamavano ligula) ed il cucchiaino (che si chiamava cochlear da cochlea = chiocciola) molto più appuntito e che usavano soprattutto per mangiare i molluschi.
POSCA
- I legionari romani solitamente accompagnavano il pasto con un bicchiere di “posca”, un misto di acqua e aceto, perché questa bevanda aveva salutari proprietà disinfettanti e aiutava a prevenire lo scorbuto.
- Per la sua evidente economicità, la posca era diffusa anche presso la plebe.
Posta - Una lettera di Cesare dalla Britannia a Roma impiegò 29 giorni.
Prezzi - Secondo quanto stabiliva l’editto di Diocleziano sui prezzi (301 d.C.), per comprare uno schiavo maschio era proibito spendere più di 30.000 denari, mentre per un cavallo si poteva pagarne anche 100.000.
Prefica - Durante i giorni di lutto, nell’antica Roma c’era l’usanza di assoldare delle donne (dette prefiche) che piangessero e si disperassero per far risaltare il dolore dei parenti dei defunti. Le prefiche, per dimostrare la qualità delle loro prestazioni, raccoglievano le loro lacrime in piccoli recipienti che tenevano sotto gli occhi durante il servizio prestato.
Prezzemolo - I romani adoperavano il prezzemolo, ma non lo utilizzavano in cucina come condimento, bensì lo adoperavano come medicamento. Al tempo di Nerone, inoltre, i gladiatori ne mangiavano un po’ prima di scendere nell’arena ed avevano anche l’abitudine di portarne qualche piantina con se.
Pretorio - Nell’accampamento romano il pretorio designava l’alloggio del comandante.
Princeps (Principe) - Il “Princeps” in origine era il senatore iscritto al primo posto nell’albo del Senato Romano. Aveva il diritto di esprimere il parere per primo.
Dal 27 a.C., con Augusto, tale titolo fu conferito agli imperatori.
Profumi - I romani amavano molto i profumi.
Prugne - Le prugne erano una prelibatezza già nell’antica Roma al punto che, nel suo “Satyricon”, il grande Petronio cita questi frutti tra le golosità presenti nel banchetto del famoso Trimalcione.
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