Imperatori Romani 2
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=== '''Costantino I (306 - 337)''' === | === '''Costantino I (306 - 337)''' === | ||
− | Flavio Valerio Costantino I detto il Grande (ca 280 - 22.5.337), figlio di Costanzo Cloro, fu acclamato imperatore dall'esercito nel 306, in contesa con altri sei contendenti (Massimiano, Galerio, Licinio, Massimino Daia, Massenzio e Severo). Morto Severo nel 307, eliminato Massimiano nel 310, morto Galerio nel 311, sconfitti Massenzio nel 312 e Massimino Daia nel 313, condannato a morte Licinio nel 325, Costantino rimase unico imperatore dal 326.<br /> | + | Flavio Valerio Costantino I detto il Grande (ca 280 - 22.5.337), figlio di Costanzo Cloro e di Elena, fu acclamato imperatore dall'esercito nel 306, in contesa con altri sei contendenti (Massimiano, Galerio, Licinio, Massimino Daia, Massenzio e Severo). Morto Severo nel 307, eliminato Massimiano nel 310, morto Galerio nel 311, sconfitti Massenzio nel 312 e Massimino Daia nel 313, condannato a morte Licinio nel 325, Costantino rimase unico imperatore dal 326.<br /> |
Nel 313 con l'Editto di Milano riconosceva al Cristianesimo libertà di culto. Nel 330 portò la capitale a Costantinopoli.<br /> | Nel 313 con l'Editto di Milano riconosceva al Cristianesimo libertà di culto. Nel 330 portò la capitale a Costantinopoli.<br /> | ||
− | Nel 337 gli | + | Nel 337 gli succedettero i figli Costantino II, Costanzo II e Costante I.<br /> |
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=== '''Massimino Daia (309 - 313)''' === | === '''Massimino Daia (309 - 313)''' === |
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Ecco la seconda pagina dedicata agli imperatori romani.
Come sempre aggiorneremo la pagina con notizie, dati, curiosità e aneddoti ...
[modifica] Macrino (217 - 218)
Marco Opellio Macrino (164 - 8.6.218), prefetto del pretorio, organizzò la congiura che l’8 aprile 217 uccise Caracalla, cui succedette l’11 aprile 217. Tentò la riorganizzazione delle finanze, prevedendo, fra le altre cose, la riduzione della paga ai militari. Questo, ovviamente, gli alienò l'appoggio dell'esercito.
Fu assassinato l’8 giugno 218 e gli succedette Eliogabalo, che aveva avuto l'appoggio dei militari ed era stato acclamato imperatore il 16 maggio 218.
[modifica] Eliogabalo (218 - 222)
Marco Aurelio Antonino Eliogabalo (o Elagabalo) (20.3.203 - 11.3.222) succedette a Macrino il 16 maggio 218. Introdusse in Roma i culti siriaci. Cercò di eliminare il cugino Severo Alessandro (appoggiato dal Senato) che era stato costretto ad adottare.
Eliogabalo morì l’11 marzo 222, insieme alla madre, vittima di una congiura.
Gli successe il cugino Severo Alessandro.
Ecco qualche curiosità su Eliogabalo
- L’imperatore Eliogabalo organizzava banchetti che aveva come fattore comune la stravaganza.
Ad esempio, faceva servire a tavola lenticchie con contorno di pietre preziose, fave con ambra, piselli con granelli d’oro e riso con perle bianche.
- Eliogabalo fece edificare un tempio in onore del dio Sole sul colle Palatino. Il dio era rappresentato da una roccia nera conica (probabilmente un meteorite) che proveniva da Emesa, la città della Siria dove Eliogabalo era nato.
[modifica] Severo Alessandro (222 - 235)
Marco Aurelio Severo Alessandro (Arca Caesarea, 1º ottobre 208 – Magonza, 19 marzo 235) proclamato imperatore dai pretoriani, successe al cugino Eliogabalo il 13 marzo 222.
Tollerante dal punto di vista religioso, Severo Alessandro non ebbe doti militari.
Il 19 marzo 235 fu ucciso dai soldati di Massimino il Trace che prese il suo posto sul trono.
[modifica] Massimino il Trace (235 - 238)
Caio Giulio Vero Massimino detto il Trace (ca 173 - Aquileia Romana, 10 maggio 238), militare, fu eletto imperatore il 20 marzo 235 dalle truppe stanziate in Germania, succedendo a Severo Alessandro.
Massimino il Trace si dedicò a rafforzare le frontiere e perseguitò i cristiani.
Fu osteggiato dal Senato che lo dichiarò nemico pubblico.
Mentre assediava Aquileia per entrare in Italia, Massimino il Trace fu ucciso il 10 maggio 238 dai suoi soldati, scontenti della disciplina che aveva imposto.
Gli succedette Balbino, Pupieno e Gordiano III.
Ecco qualche curiosità su Massimino il Trace
L’imperatore Massimino il Trace, a causa del duro regime imposto per finanziare le spedizioni militari, fu ucciso dai soldati del suo esercito che poi esposero la sua testa infilzata ad un palo.
[modifica] Gordiano I (238)
Marco Antonio Gordiano Semproniano (ca 157 – Cartagine, 12 aprile 238) fu acclamato imperatore il 22 marzo 238 da alcuni nobili ostili a Massimino. Ebbe l'appoggio del Senato. Si uccise a Cartagine, impiccandosi con una cinta, il 12 aprile 238, dopo solo venti giorni di regno, alla morte del figlio Gordiano che aveva associato al potere.
Gli successero Pupieno e Balbino.
[modifica] Gordiano II (238)
Gordiano II (ca 192 – Cartagine, 12 aprile 238) fu associato al trono dal padre Gordiano I il 22 marzo 238. Morì a Cartagine, in Tunisia, il 12 aprile 238 combattendo contro Capelliano, fedele di Massimino.
[modifica] BALBINO (238)
Decimo Celio Calvino Balbino (ca 165 – Roma, 11 maggio 238) fu eletto imperatore dal senato il 1 febbraio 238 insieme a Pupieno con il quale venne in contrasto.
Balbino fu ucciso dai pretoriani l’11 maggio 238.
Gli succedette Gordiano III.
[modifica] Pupieno (238)
Marco Clodio Pupieno Massimo (ca 178 - Roma, 11 maggio 238) fu eletto imperatore dal senato il 1 febbraio 238 insieme a Balbino.
Fu ucciso dai pretoriani il’11 maggio 238 insieme a Balbino.
Gli succedette Gordiano III.
[modifica] Gordiano III (238 - 244)
Marco Antonio Gordiano (Roma, 20 gennaio 225 - Circesium, 11 febbraio 244,), nipote di Gordiano I, fu eletto imperatore dalla plebe e dai pretoriani il 22 aprile 238.
Il 29 luglio 238 Gordiano III fu riconosciuto imperatore anche dal Senato.
Gordiano III intraprese una campagna contro i persiani.
Fu assassinato dai suoi soldati l’11 febbraio 244 e gli succedette Filippo l'Arabo.
[modifica] Filippo l'Arabo (244 - 249)
Marco Giulio Filippo (conosciuto come Filippo l'Arabo, 204 -249), prefetto del pretorio, fu acclamato imperatore dall'esercito nel 244 alla morte di Gordiano III e riconosciuto dal Senato. Respinse un'invasione di barbari sul Danubio. Il 21 aprile 248 celebrò il millenario della fondazione di Roma
Filippo l'Arabo fu sconfitto ed ucciso nel 249 da Decio, che era stato acclamato imperatore dalle legioni della Pannonia nel 248.
[modifica] Decio (248 - 251)
Gaio Messio Quinto Traiano Decio (ca 200- Abrittus, 1 luglio 251), generale di Filippo, fu proclamato imperatore nel 248 dalle legioni di Pannonia. Affrontò Filippo, lo sconfisse e lo uccise a Verona nel 249. Organizzò l'esercito e promosse la costruzione di strade. Nel 249 emanò un decreto di lealismo religioso che imponeva la partecipazione ai sacrifici attestata da un "libellus".
Decio tentò di respingere i Goti che premevano sul Danubio, ma fu ucciso in battaglia il 1 luglio 251.
Gli succedettero il figlio Ostiliano e Treboniano Gallo.
[modifica] Ostiliano (251)
Gaio Valente Messio Quinto Ostiliano (morto nel 251), figlio dell'Imperatore Decio, fu eletto nel 251 alla morte del padre, ma morì di peste pochi mesi dopo.
[modifica] Treboniano Gallo (251 - 253)
Gaio Vibio Treboniano Gallo (ca. 207 - 253), militare, fu eletto imperatore dai soldati alla morte in battaglia di Decio nel 251. Concluse la pace con i Goti nel 351. Associò al potere il figlio Volusiano. Entrambi furono uccisi nel 253 dai soldati mentre si preparavano ad affrontare Emiliano, eletto imperatore dalle proprie truppe, che successe loro.
[modifica] Valeriano (253 - 260)
Publio Licinio Valeriano (195 ca - 260) militare e politico salì al trono nel 253, acclamato dalle sue truppe. Valeriano emanò due editti contro i cristiani ed associò al trono il figlio Gallieno, cui affidò l'occidente. Affrontò i persiani, ma, dopo alcuni successi iniziali, essendo il suo esercito decimato dalla peste, fu sconfitto e fatto prigioniero.
Nel 260 gli succede il figlio Gallieno.
[modifica] Emiliano (253)
Marco Emilio Emiliano (ca 206 - 253), militare, fu acclamato imperatore dalle sue truppe nel 253. Si scontrò con l'imperatore in carica, Gallo Treboniano e con il figlio di questi, Volusiano. Alla morte di questi fu riconosciuto imperatore dal Senato, ma dopo pochi mesi fu ucciso dai suoi stessi soldati.
[modifica] Macriano (260 - 261)
Macriano (morto nel 261) fu proclamato Augusto dal padre Marco Fulvio, governatore dell'Illiria, quando l'imperatore Valeriano fu fatto prigioniero dai persiani.
Si oppose all'imperatore Gallieno, ma fu sconfitto e ucciso nel 261.
[modifica] Gallieno (260 - 268)
Publio Licinio Gallieno (218 - 268), figlio di Valeriano, fu associato al trono dal padre nel 253. Dal 260 rimase unico imperatore. Reagì vigorosamente alla catastrofica situazione dell'impero: difese le frontiere sul Reno contro gli Alamanni, respinse i Franchi e domò numerose ribellioni.
Avversò i cristiani sul piano dottrinale, ma sospese le persecuzioni. Importanti furono le sue riforme in campo militare ed amministrativo.
Fu ucciso da un complotto dei generali.
Nel 268 gli succedette Claudio il Gotico.
[modifica] Claudio il Gotico (268 - 270)
Marco Aurelio Flavio Claudio detto il Gotico (214 - 270) succede a Gallieno nel 268. Militare, sconfisse i Germani ed affrontò le invasioni di Eruli, Gepidi e Goti, la vittoria sui quali gli valse l'appellativo di Gotico.
Morì di peste nel 270 e gli successe il fratello Quintilio.
[modifica] Postumo (269)
Marco Cassiano Latinio Postumo (morto nel 269) fu usurpatore dell'impero. Inflisse dure sconfitte ai barbari in Gallia.
Postumo fu ucciso dai suoi stessi soldati nel 269.
[modifica] Quintilio (270)
Marco Aurelio Claudio Quintilio (220 – 3 settembre 270), militare, fu acclamato imperatore dall'esercito il 5 luglio 270 alla morte del fratello Claudio il Gotico e fu riconosciuto dal Senato.
Si uccise (o fu ucciso dai suoi soldati) il 3 settembre 270, quando contro di lui mosse Aureliano che gli successe nello stesso anno.
[modifica] Aureliano (270 - 275)
Lucio Domizio Aureliano (Sirmio, 9 settembre 214 – Bisanzio, 25 settembre 275), militare, fu proclamato imperatore dalle truppe di Sirmio nel 270 ed opposto a Quintilio. Respinse i barbari che premevano ai confini, rafforzò il potere imperiale, restaurò le finanze e l'amministrazione, fortificò i confini ed iniziò la costruzione di una cinta muraria a difesa di Roma. Aureliano fu eliminato da una congiura di militari il 25 settembre 275.
Gli succedette Tacito nel 275.
[modifica] Tacito (275 - 276)
Marco Claudio Tacito (205 - 276) fu designato dal Senato a succedere ad Aureliano nel 275, dopo due mesi di interregno. Combatté e vinse i goti. Morì, forse vittima di una congiura, nel 276.
Probo e Floriano si contesero la sua successione.
[modifica] Floriano (276)
Marco Annio Floriano (morto agosto 276), era prefetto del pretorio dell'imperatore Tacito. Alla morte di questi, nel 276, fu acclamato imperatore dall'esercito dell'Asia Minore. Le legioni di Siria ed Egitto gli contrapposero Probo.
Mentre si apprestava a marciare contro l'avversario, Floriano fu ucciso dai suoi stessi soldati nell'agosto 276.
[modifica] Probo (276 - 282)
Marco Aurelio Probo (232 - 282) era un tribuno militare.
Alla morte di Tacito, Probo fu acclamato imperatore dai suoi soldati nel 276 in contrapposizione a Floriano. Morto questi nello stesso anno, Probo fu riconosciuto dal Senato.
Probo affrontò con energia la difesa dell'impero contro i barbari.
Nel 280 Probo sconfisse ed uccise Proculo, che aveva tentato di usurpare il titolo.
Nel 282 Probo fu ucciso dai suoi stessi soldati e gli successe Caro.
[modifica] Proculo (280)
Tito Ilio Proculo (morto nel 280), militare di origine gallica, fu usurpatore dell'Impero. Si oppose all'imperatore Marco Aurelio Probo che lo fece uccidere quando i Franchi lo tradirono e lo consegnarono all’imperatore.
[modifica] Caro (282 - 283)
Marco Aurelio Caro (235 ca - 283), prefetto del pretorio, succede a Probo nel 282. Sconfisse i Sarmati e condusse una campagna contro la Persia.
Ucciso da una congiura nel 283 gli successero i figli Carino e Numeriano.
[modifica] Numeriano (283 - 284)
Marco Aurelio Numerio Numeriano (254 – 20 novembre 284) succede al padre Caro nel 283 insieme al fratello maggiore Carino. Fu ucciso il 20 novembre 284 da suo suocero Arrio Apro, prefetto del pretorio, lasciando al potere il solo Carino.
[modifica] Carino (283 - 285)
Marco Aurelio Carino (257 - 285) succede al padre Caro insieme con il fratello Numeriano nel 283. Si scontrò ripetutamente con Diocleziano che gli era stato opposto dall'esercito.
Ucciso nel 285, forse da un tribuno, gli successe Diocleziano.
[modifica] Diocleziano (285 - 305)
Caio Aurelio Valerio Diocleziano (Salona, 22 dicembre 244 – Spalato, 3 dicembre 313), militare, acclamato imperatore dalle sue truppe il 17 novembre 284, successe a Carino nel 285. .
Diocleziano rafforzò il controllo del territorio e le difese dei confini, raddoppiò gli effettivi dell'esercito, rinnovò le strutture amministrative.
Diocleziano perseguitò i cristiani.
Nel 286 nominò augusto Massimiano affidandogli l'Occidente. Nel 293 istituì la tetrarchia adottando Galerio, mentre Massimiano adottava Costanzo Cloro.
Il 1 maggio 305 Diocleziano si ritirò a vita privata e gli successe Galerio.
Ecco qualche curiosità su Diocleziano:
- A tavola, tra i pesci, l’imperatore Diocleziano apprezzava moltissimo il rombo.
[modifica] Massimiano (286 - 305)
Marco Aurelio Valerio Massimiano (ca 245 - 310), militare, fu nominato Augusto da Diocleziano e associato al potere nel 286. Fu Costretto ad abdicare nel 305.
Alla morte del suo successore Costanzo il Cloro, si autoproclamò imperatore, ma fu costretto di nuovo alla rinuncia nel 310.
[modifica] Costanzo Cloro (305 - 306)
Flavio Valerio Costanzo detto Cloro (ca 250 - 25.7.306), militare, successe a Massimiano nel 305 e governò con Galerio. Respinse gli Alamanni e i Franchi sul Reno.
Morì di malattia il 25 luglio 306 e gli successe il figlio di adozione Severo (in lotta con Costantino I, suo figlio legittimo, Massimiano, Galerio, Licinio, Massimino Daia, Massenzio).
[modifica] Galerio (305 - 311)
Caio Galerio Valerio Massimiano (250 – Serdica, 5 maggio 311), militare, successe a Diocleziano nel 305, con Costanzo Cloro che succedeva a Massimiano.
Difese il confine Danubiano e, alla morte di Costanzo Cloro, tentò di mantenere la tetrarchia.
Il suo ultimo atto politico l'editto di tolleranza, emesso il 30 aprile 311 a Serdica (attuale Sofia) e pubblicato a Nicomedia, con il quale concedeva ai cristiani la libertà di professare la propria religione mettendo così fine alla persecuzione messa in atto da Diocleziano.
Gli successe Licinio nel 311.
[modifica] Severo (306 - 307)
Flavio Valerio Severo (morto il 16 settembre 307), successe nel 306 a Costanzo Cloro che lo aveva adottato. Portatosi a Roma contro Massenzio, fu abbandonato dall'esercito. Fatto prigioniero da Massimiano, fu consegnato a Massenzio che lo fece uccidere.
[modifica] Massenzio (306 - 312)
Marco Aurelio Valerio Massenzio (ca 278 - Roma, 28 ottobre 312) figlio di Massimiano, si fece acclamare imperatore dai pretoriani nel 306. Attaccato da Galerio, riuscì a mantenere il controllo dell'Italia.
Fu sconfitto poi da Costantino nella battaglia di Ponte Milvio il 28 ottobre 312 e morì annegato nelle acque del Tevere.
[modifica] Costantino I (306 - 337)
Flavio Valerio Costantino I detto il Grande (ca 280 - 22.5.337), figlio di Costanzo Cloro e di Elena, fu acclamato imperatore dall'esercito nel 306, in contesa con altri sei contendenti (Massimiano, Galerio, Licinio, Massimino Daia, Massenzio e Severo). Morto Severo nel 307, eliminato Massimiano nel 310, morto Galerio nel 311, sconfitti Massenzio nel 312 e Massimino Daia nel 313, condannato a morte Licinio nel 325, Costantino rimase unico imperatore dal 326.
Nel 313 con l'Editto di Milano riconosceva al Cristianesimo libertà di culto. Nel 330 portò la capitale a Costantinopoli.
Nel 337 gli succedettero i figli Costantino II, Costanzo II e Costante I.
[modifica] Massimino Daia (309 - 313)
Galerio Valerio Massimino Daia (? - 313), nipote di Galerio, fu nominato imperatore dall'esercito nel 309.
Fu un accanito persecutore dei cristiani e cercò di risollevare le sorti del paganesimo, riorganizzando la gerarchia sacerdotale e costruendo nuovi templi.
Fu sconfitto da Licinio nella battaglia di Tzirallum il 30 aprile 313 e morì suicida a Tarso nell'agosto dello stesso anno.
[modifica] Licinio (311 - 324)
Valerio Liciniano Licinio (ca 250 - 325) nel 311 successe a Galerio che lo aveva nominato Augusto nel 308. Sconfitto da Costantino nel 314. Perseguitò i cristiani. Sconfitto di nuova da Costantino nel 324. Alla sua morte, nel 325, Costantino rimase unico imperatore.
[modifica] Costantino II (337 - 340)
Costantino II (317 - 340), figlio di Costantino I, successe al padre nel 337 insieme ai fratelli Costante e Costanzo. Tentò una spedizione in Italia per imporre la sua supremazia sul fratello minore Costante I. Affrontato da questi, fu sconfitto ed ucciso ad Aquileia nel 340.
[modifica] Costante I (337 - 350)
Flavio Giulio Costante (320 - 18.1.350), figlio minore di Costantino I, successe al padre insieme con i fratelli Costanzo e Costantino II. Attaccato da quest'ultimo, Costante lo sconfisse e lo uccise nel 340, impadronendosi dei suoi territori. Condusse campagne militari contro i Franchi.
Nel 350 fu fatto uccidere da Magnenzio, che si fece poi acclamare imperatore.
[modifica] Costanzo II (337 - 361)
Flavio Giulio Costanzo (7.8.317 - 3.11.361) figlio di Costantino I, diventò imperatore nel 337, insieme con i fratelli Costantino e Costante. Morti i fratelli e fronteggiato con successo gli usurpatori Magnenzio, Vetranione e Nepoziano, rimase unico imperatore. Combatté contro i barbari ai confini, promulgò leggi contro il paganesimo e fu favorevole all'arianesimo. Mentre si apprestava a fronteggiare il cugino Giuliano (proclamato imperatore dai propri soldati) morì di febbre il 3 novembre 361.
Gli successe Giuliano detto l'Apostata.
[modifica] Nepoziano (350)
Flavio Popilio Nepoziano (morto il 30 giugno 350) assunse a Roma il titolo di augusto contro Magnenzio, ma questi lo fece uccidere dopo pochi giorni.
[modifica] Magnenzio (350 - 353)
Flavio Magno Magnenzio (303 - 10.8.353) generale di Costante I, alla morte di questi nel 350 si fece acclamare augusto e fu riconosciuto dalle legioni d'occidente. Dopo aver fatto uccidere Nepoziano, Magnenzio fu nominato augusto a Roma.
Affrontato e ripetutamente sconfitto da Costanzo II, Magnenzio si suicidò il 10.8.353.
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