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IL LIBRETTO DEGLI ANEDDOTI

TIBERIO
(Tiberio – Imperatore romano )

In un processo per lesa maestà, l’imperatore Tiberio gridò che in quel processo avrebbe votato a voce alta e sotto giuramento, affinché anche gli altri sarebbero stati costretti a fare altrettanto.
Sentito questo, Cneo Pisone domandò:
- Con quale ordine, o Cesare, darai il tuo voto? Se sarai il primo a votare, avrò una guida da seguire; se voterai dopo, ho paura che, senza volerlo, potrei trovarmi n disaccordo con te!
A questo parole Tiberio lasciò cadere l’accusa e fece assolvere l’imputato.
(Tacito – Annali)
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Un giorno, mentre era in esilio a Rodi, Tiberio, il futuro imperatore, chiese una conferenza particolare al grammatico Diogene che teneva lì le sue lezioni. Il grammatico, però, non lo volle ricevere e gli fece dire da uno schiavo di attendere il settimo giorno. Diventato Tiberio imperatore, un giorno il grammatico Diogene, trovandosi a Roma, si presentò alla sua porta per rendergli omaggio.
L’imperatore non lo volle ricevere e gli fece dire semplicemente di ritornare dopo sette anni.
(Svetonio – Vite dei Cesari)
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L’imperatore Tiberio era dotato di un discreto buon senso della gestione dello Stato. Ad alcuni governatori che cercavano di convincerlo ad aumentare le tasse nelle provincie, ironicamente rispose:
- Il buon pastore deve tosare le sue pecore, non scorticarle.
(Da Svetonio - Vite dei Cesari)

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